Sono stati arrestati martedì 30 ottobre gli aguzzini di alcune giovanissime prostitute nel veronese. Si tratta del primo punto messo alla storia di uno dei tanti viaggi della speranza, che questa volta ha portato una giovane nigeriana, all'epoca dei fatti ancora minorenne, in Italia ma non per condurre una vita migliore, non per riscattarsi, ma per prostituirsi. Prima al sud, poi a Verona. Su queste giovani donne viene fatto un rito Voodoo per il quale dovranno sottostare alle richieste dei loro aguzzini e pagare con il proprio corpo un debito di 30 mila euro.

La confessione al centro di accoglienza

Sbarcata a fine 2016 la giovanissima nigeriana, 17enne all'epoca, è stata accolta da un centro del sud Italia dove ha raccontato la sua storia a una persona che lavora nel centro. La giovane ha raccontato all'operatrice del centro che su di lei è stato fatto un rito Voodoo in Nigeria e doveva estinguere un debito di 30 mila euro per poter essere liberata da questa maledizione. Segnalata la situazione alle Forze dell'Ordine, questa storia ha oggi una fine meno drammatica di come è iniziata. La donna si trova infatti in una struttura protetta, finalmente lontana dai suoi aguzzini.

La fuga dal centro di accoglienza

Nei primi mesi del 2017 la giovane è fuggita dal centro di accoglienza del sud Italia ed è arrivata Bologna, dove Denis Morgan camerunese classe 1983 l'ha presa e portata a Verona mettendola a disposizione del volere della "maman" Lilian Edward una quarantenne nigeriana che su queste donne fa i suoi interessi.

Sulle loro tracce si sono messi però anche i poliziotti che, dall'inizio dell'anno, hanno aperto le indagini scoprendo che in via G.del Carretto a Borgo Roma e nella zona ZAI di Verona era sorto un giro di prostituzione di giovanissime donne. Le giovani nigeriane dovevano chiedere il permesso ai due "soci in affari" per poter fare qualsiasi movimento: dalla ricarica sul telefonino a recarsi in ospedale.

Infatti una delle donne ha dovuto attendere diverse ore prima che Edward si convincesse a portarla in ospedale per farla visitare.

La paura di essere scoperti

Operativi già da tempo tenevano le ragazze nell'appartamento di via G. del Carretto, a Verona, ma a marzo di quest'anno, dopo aver letto un articolo su una operazione di polizia su casi di prostituzione in Emilia Romagna, hanno deciso di spostare le ragazze in un altro appartamento, non molto lontano da loro.

Per fare ciò Lilian si è servita dell'aiuto di un'amica nigeriana, U.B.O. denunciata per il reato di sfruttamento della prostituzione perché ha aiutato la maman a trovare un nuovo appartamento per queste giovani vittime.

Un giro d'affari

Raccolte le informazioni e unito tutti i pezzi di un puzzle ancora da completare, i poliziotti hanno arrestato gli aguzzini, Morgan ed Edward e in quell'appartamento di via del carretto hanno ritrovato 1200 euro in contanti, sei telefoni cellulari, preservativi, agende e taccuini pieni di note ed estratti conti bancari. Un giro d'affari che ha visto coinvolto anche il nigeriano E.K., compagno di Lilian. L'uomo, in un momento di assenza della compagna durante l'estate ha provveduto ad aiutare Morgan a raccogliere il denaro dalle ragazze, sporcandosi così del reato di favoreggiamento alla prostituzione.

Ipotesi di reato recepite dal Gip di Venezia

Sono pesantissime le pene che riguardano le ipotesi di reato di Morgan ed Edward. Recepite dal Gip del Tribunale di Venezia sono richiamate dagli articoli del Codice Penale 600 e 601, rispettivamente tratta di persone e riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù. Per questi reati le pene arrivano fino a 20 anni di carcere.