Decine di mummie di gatti e scarabei, insieme ad altri animali, sono state rinvenute a Saqqara, una località a sud del Cairo (Egitto). Una vera e propria necropoli dove, oltre alle mummie, sono state riportate alla luce statue lignee dorate raffiguranti gli animali venerati come divinità dagli antichi Egizi. Il Ministero delle antichità egiziano ha reso pubblica con un post su Facebook la sensazionale scoperta.

Mummie di gatti, scarabei ed altri animali

Una scoperta unica nel suo genere, che ha destato l'attenzione di egittologi di tutto il mondo.

Dalle prime analisi effettuate, gli animali in questione sarebbero stati mummificati secondo la consueta procedura ed avvolti in bende di lino: come riporta il post su Facebook prodotto dal Ministero delle antichità egiziano, sarebbero 'in perfetto stato di conservazione'. In un sarcofago a parte sono stati inoltre ritrovati anche la mummia di un cobra e due mummie di coccodrillo, anch'essi animali considerati sacri.

La simbologia dei gatti nell'Antico Egitto: fertilità e chiaroveggenza

La scoperta si estende anche a numerosissimi simulacri di legno dorati raffiguranti gatti, di cui una in particolare ha attirato l'attenzione degli archeologi: quello della dea Bastet, che nell'antico Egitto simboleggiava la fertilità insieme alla dea sorella Sekhmet, che rappresentava la chiaroveggenza (senza dimenticare le statue di una mucca, di un falcone e di un leone).

Le due divinità rappresentavano alcuni dei principali elementi riconducibili alla vita e alla nascita.

Gli scarabei erano il simbolo della resurrezione

Fra i ritrovamenti ci sono anche degli scarabei, che per gli antichi egizi avevano un significato imprescindibile. Erano gli animali che simboleggiavano la resurrezione del defunto.

Di fatti alla fine del processo di mummificazione, gli egizi erano soliti lasciare un simulacro di questi insetti all'altezza del cuore della mummia, affinché ridessero la vita al defunto che erano in procinto di seppellire. Una credenza mistica che nel corso del tempo si è estesa anche ad altre popolazioni sia limitrofe che non, e ad altri credo religiosi (anche monoteisti), arrivando anche alla tradizione cristiana.

In definitiva siamo davanti ad un ritrovamento a dir poco sensazionale: non è eccessivo affermare che il sito di Saqqara ha fornito agli archeologi di tutto il mondo nuove e preziose informazioni sulla grande civiltà che abitava la zona del Nilo migliaia di anni fa.