Un animale rosso dalle vaghe sembianze di un toro: è la rappresentazione principale di una pittura rupestre scoperta nel Borneo e risalente al periodo del Paleolitico. Si tratta di una scoperta di una testimonianza che non solo svela la più antica pittura mai ritrovata, ma riscrive anche quella parte di storia secondo cui l'Europa fu il centro più importante della creatività preistorica. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista di carattere scientifico "Nature" ed è stato condotto da una squadra di esperti guidati da Maxime Aubert della Griffith University.
La scoperta delle pitture rupestri è stata fatta nel Borneo
La scoperta di queste rappresentazioni artistiche rupestri è stata fatta nei più inarrivabili meandri di alcune grotte di origine calcarea situate nella provincia indonesiana del Kalimantan Orientale del Borneo. Queste pitture sono note fin dagli anni Novanta del Novecento, ma il team di ricercatori guidati da Maxime Aubert della Griffith University (Australia) ha svelato che le pitture non fanno parte di un solo periodo storico, bensì di molti: questo si evince dal fatto che mentre le rappresentazioni più recenti raffigurano solitamente uomini, stencil di mani ed attività prettamente umane, quelle più antiche solitamente rappresentano perlopiù animali.
La scoperta di un graffito rosso dalle fattezze di toro (o comunque un animale simile ad un bovino) sposta la datazione indietro nel tempo di circa 40mila anni, rendendo dunque questa pittura la più antica mai ritrovata.
La pittura rupestre sarebbe nata in Eurasia
Questa straordinaria scoperta a conti fatti ha fatto comprendere agli scienziati e agli archeologi che l'arte figurativa non è nata in Europa (come inizialmente si credeva a causa di alcune pitture figurative rappresentanti animali trovate in Spagna e in Francia).
I nostri antenati hanno cominciato ad effettuare rappresentazioni della fauna che li circondava in quella porzione di territorio abitato che oggi chiamiamo Eurasia, e precisamente nel Borneo in una grotta chiamata Lubang Jeriji Saléh, dove è stato ritrovato lo schizzo del toro. Come fa notare Peter Veth, archeologo presso l'Università dell'Australia Occidentale, è comunque straordinario rendersi conto di come i vari gruppi di spazi territoriali diversi fra loro abbiano avuto una evoluzione della creatività e degli interessi molto simile nonostante la distanza spaziale che li divideva.