La vicenda della scomparsa, oltre 35 anni fa, dell'allora quindicenne Emanuela Orlandi e della coetanea Mirella Gregori finita nel nulla anche lei quaranta giorni prima, continua ad animare con cadenza periodica la cronaca giudiziaria, anche quando a mancare sono certezze o avvenimenti direttamente riconducibili a queste due tristi storie.
Le ossa sotto il pavimento della Nunziatura
Durante i lavori di rifacimento del pavimento dell'edificio del custode nel complesso di "Villa Giorgina", sede della Nunziatura, l'ambasciata dello Stato del Vaticano a Roma, è venuta in luce la macabra scoperta che risale a pochi giorni fa, lunedì 29 ottobre: quattro operai addetti all'intervento hanno posto in allarme prima le autorità vaticane e queste ultime, dopo un primo esame affidato ad un esperto patologo forense, il professor Giovanni Arcudi dell'università di Tor Vergata, hanno richiesto l'intervento della polizia italiana. Quali elementi abbiano fatto propendere per un collegamento tra i resti ritrovati e la vicenda Orlandi e Gregori non è stato fin qui chiarito.
E già questo è un mistero: esistono forse delle tracce per adesso tenute celate dalla Procura di Roma che ha preso in mano la vicenda?
Le prime ipotesi
Nel frattempo, si formulano ipotesi partendo dalla vicinanza tra l'abitazione di Mirella Gregori in Via Nomentana e il luogo del ritrovamento che trova al numero 27 di Via Po, poco distante anche da Piazza s. Apollinare dove scomparve Emanuela Orlandi. Si considera il fatto che anche negli anni '80 la villa fu sottoposta ad opere di ristrutturazione. Infine, si rileva che la tradizione della sepoltura in luoghi di culto non è applicabile ad un edificio che venne dato in donazione allo Stato pontificio nel 1949. Quindi, potrebbe trattarsi di un luogo ideale per occultare due cadaveri scomodi approfittando di un'attività di ristrutturazione.
Di più: il medico legale avrebbe accertato che si tratti di ossa di donna, in particolare di una persona di dimensioni tali da far presumere possa essere un'adolescente, deceduta in un range al momento databile tra trenta e quarant'anni fa. Sugli altri reperti ossei ritrovati non si hanno informazioni, ma trattandosi dei resti di due corpi, si immagina che possano appartenere alle due ragazze scomparse, unite in un tragico destino da una vicenda identica.
Un caso che potrebbe riaprirsi
Per il caso Orlandi venne richiesta l'archiviazione qualche tempo fa dalla procura di Roma, archiviazione confermata in Cassazione: dunque, caso ufficialmente chiuso. Ma davvero è così? L'impressione è che si volesse ridurre la tensione mediatica per riannodare in silenzio le fila di una trama complessa che unisce vari corsi narrativi, tra pratiche sessuali inconfessabili, organizzazioni criminali e collusioni con alte gerarchie ecclesiastiche, terrorismo internazionale ed attività di intelligence in un tempo di grandi tensioni generate dall'imminente eppure inaspettato epilogo della "guerra fredda", in un clima di corruzione finanziaria assai grave ed atavico nella chiesa di Roma e nel suo istituto di riferimento, lo IOR.
Caso ufficialmente chiuso ma in realtà tenuto vivo dalla famiglia di Emanuela, con il fratello Pietro che ha sempre sostenuto la tesi del collegamento tra la scomparsa della sorella e quella avvenuta poche settimane prima di Mirella Gregori. Caso che non ha mai smesso d'interrogare l'opinione pubblica e per essa molti cronisti e perfino un regista attento alle ricostruzioni storiche come Roberto Faenza con il film "La verità sta in cielo" uscito proprio nell'ottobre di due anni fa.