Svolta nell’inchiesta sulla morte di Davide Astori. La Procura di Firenze da mesi indaga sul decesso del capitano della Viola, avvenuto nella notte tra il 3 ed il 4 marzo nella sua camera d’albergo, dove era in ritiro con la squadra, prima della gara con l’Udinese. Sono stati emessi due avvisi di garanzia: due medici risultano indagati per il reato di omicidio colposo. Secondo le ultime perizie effettuate, il calciatore della Fiorentina avrebbe subito durante quella notte maledetta un attacco di tachiaritmia, ossia un aumento improvviso della frequenza dei battiti cardiaci.

Questo sarebbe stato il sintomo di una seria patologia mai riscontrata prima nell’atleta: da qui sono partite le indagini per accertare eventuali responsabilità per una morte che molto probabilmente poteva essere evitata.

L’improvvisa scomparsa di Davide Astori

Inizialmente si era ipotizzato un attacco di bradiaritmia, un progressivo rallentamento del battito cardiaco durante il sonno, che sarebbe stato fatale per il calciatore. Secondo quanto riscontrato dopo gli esami, invece, Astori non sarebbe deceduto mentre dormiva e, forse, si sarebbe potuto salvare se fosse stato in compagnia di qualcun altro nella sua camera dell’hotel “Là di Moret” di Udine.

Quella tragica mattina del 4 marzo i compagni di squadra, vedendo che non scendeva per fare colazione, lo andarono a chiamare e lo trovarono a letto, privo di vita.

Il giocatore della Fiorentina lasciava così improvvisamente a 31 anni la compagna, Francesca Fioretti, ed una bimba, Vittoria, di soli due anni. La notizia della scomparsa del difensore della Nazionale ha segnato profondamente il mondo del calcio, unendo per una volta tifosi di squadre diverse nel suo ricordo, molto sentito in tutti i campi.

Il silenzio 'colpevole' dei medici

Le indagini sulla vicenda sono continuate in tutti questi mesi ed ora sono arrivate ad un punto cruciale: i due professionisti indagati lavorano in strutture pubbliche, una di Cagliari e una di Firenze, che si occupano di assegnare l’idoneità sportiva agli atleti. In nessuno dei due casi i medici, nel firmare le autorizzazioni, avrebbero rilevato i problemi cardiaci di cui soffriva Astori.

Secondo le prime indiscrezioni, per ben due volte a distanza di un anno – nel luglio del 2016 e nel 2017 – sarebbe stata riscontrata la presenza di extrasistoli ventricolari, durante le prove da sforzo a cui il calciatore era stato sottoposto, nel corso di questi accertamenti per ottenere il via libera a giocare. In particolare, nel 2017, sul referto risulterebbe sottolineata un’anomalia più seria (extrasistolia a due morfologie). Eppure nessuno dei medici incaricati aveva fatto cenno a questi problemi, forse per non comprometterne la carriera: un silenzio che molto probabilmente è costato la vita al povero Astori.