L'Etna, un vulcano considerato relativamente poco 'pericoloso', sta cambiando. L'eruzione de 24 novembre si sta esaurendo velocemente, destando non pochi sospetti fra i geologi che temono evoluzioni inaspettate. A conferma dei timori c'è stato il sisma del 26 dicembre che, come riporta Focus, è stato uno dei 'più energetici mai registrati' nel luogo. L'Etna, seppur lentamente, sta assumendo sempre di più le caratteristiche dei vulcani appartenenti alla cintura di fuoco del Pacifico, molto più pericolosi del gigante buono. Come se non bastasse, si è aggiunta anche la questione dello scivolamento dell'intera struttura vulcanica verso il mare, costantemente monitorata dagli scienziati.

Inoltre, si rischia l'apertura di una nuova bocca eruttiva. Ma perché tutto questo?

Il terremoto del 26

Alle 03:19 del 26 dicembre, sul basso fianco del versante sud-orientale dell'Etna, è avvenuto uno degli eventi sismici più energetici mai registrati sul vulcano. L'ipocentro del Terremoto di magnitudo 4.8 è stato localizzato a 1 chilometro a sud dell'abitato di Lavinaio, sotto il fondale marino. Come riporta il sito dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) il sisma è stato ampiamente avvertito dalla popolazione e ha causato qualche ferito e ingenti danni alle abitazioni.

Il sisma era stato anticipato da una scossa di magnitudo 3.3 alle ore 01:19 e si ritiene che quest'ultimo sia legato all'attività della faglia Fiandaca e della Pennisi.

Analizzando le fonti storiche si è giunti alla conclusione che l'evento sia stato molto simile a quanto accaduto l'8 agosto del 1984.

Il fenomeno è stato inoltre accompagnato da un'importante attività deformativa del vulcano. Anche i sismi che sono succeduti all'evento sono stati molti, ammontando (per ora) ad un totale di 1.100.

L'INGV riporta che i valori, pur essendo al di sopra della norma, stanno diminuendo progressivamente.

A dispetto di quello che si possa pensare, il terremoto del 26 dicembre non è stato generato dallo spostamento di masse magmatiche ma da uno stress del sistema magmatico.

Etna: verso la cintura di fuoco

L'Etna era da sempre considerato un vulcano poco pericoloso per via della sua lava sostanzialmente basica.

Infatti, le eruzioni del vulcano sono di tipo effusivo e non esplosivo come quelli della cintura di fuoco, di cui un esempio è l'Anak Krakatau, il responsabile dello tsunami che ha mietuto tantissime vittime pochi giorni fa.

Delle ricerche hanno evidenziato che negli ultimi 60.000 anni la lava del vulcano sta mutando lentamente, assumendo delle caratteristiche molto più simili a quelle di Vulcano e delle strutture del Pacifico. L'Etna starebbe quindi diventando un vulcano esplosivo per via di una presunta lacerazione al di sotto della crosta terrestre che ha permesso alla roccia presente sotto le isole Eolie di fluire verso il vulcano siciliano. Le eruzioni diventerebbero quindi molto più pericolose.

Lo scivolamento verso il mare

Un altro aspetto da monitorare è quello dello scivolamento della struttura vulcanica verso il mare. Questo è dovuto sostanzialmente a fenomeni di subsidenza, riscontrati anche nel Vesuvio. La principale preoccupazione degli scienziati è che il collasso del vulcano potrebbe causare uno tsunami. Il fianco dell'Etna sta scivolando verso il mare ad una velocità di 2-3 centimetri all'anno. Questo può essere accelerato dalle eruzioni. Al momento gli scienziati stanno tenendo sotto controllo anche questo aspetto.

Aspettiamo aggiornamenti.