Sono passati ormai quasi quattro giorni dall'inizio della fase eruttiva dell'Etna. Il giorno di Natale, invece, è stata la volta dello Stromboli, cosa che ha fatto sospettare ai più che i vulcani del Belpaese siano tutti collegati. Sulla questione è dovuta intervenire Francesca Bianco, la direttrice dell'Osservatorio Vesuviano, per tranquillizzare la popolazione. Oggi sembra che l'eruzione dell'Etna stia per terminare, ma i geologi hanno rilevato che nelle viscere del vulcano siciliano ci sia ancora tanta energia accumulata che non riesce a liberarsi.
Questo potrebbe portare all'apertura di una nuova bocca. Inoltre dopo quanto successo in Indonesia, si teme per il Marsili.
Etna: lava e l'energia accumulata
'Non possiamo escludere l’apertura di una nuova bocca eruttiva a quote più basse rispetto a quella che si è aperta il 24 dicembre', con queste parole Eugenio Privitera, direttore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania, ha fornito un quadro chiaro della situazione. Sia gli esperti che la Protezione Civile sono molto preoccupati per la scossa di ieri e si sono attivati per capirne le cause. Tutti sono concordi nell'affermare che il Terremoto sia collegato alla nuova fase eruttiva dell'Etna.
Come riporta il Corriere della Sera la scossa è avvenuta in concomitanza con una forte esplosione che ha provocato una frattura a 2.900 metri fino a 2.200 metri.
L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) riporta che dalla fessurazione è fuoriuscita una colata lavica che si è riversata nella Valle del Bove. Fino a pochi giorni fa le guide hanno continuato a condurre i turisti nel luogo.
Salvo Caffo, un vulcanologo del Parco dell'Etna, ha affermato che fino a quando le colate avvengono ad alta quota non rappresentano pericoli per la popolazione, il problema si ha quando queste fuoriescono sulle pendici del vulcano.
Infatti nel 1669 la lava arrivò fino a Catania, devastando la zona. Privitera spiega che l'apertura della lunga faglia sia il segnale che il vulcano sta accumulando molta energia che non riesce a trovare sfogo.
Zone 'osservate speciali'
L'eruzione della Vigilia di Natale è quasi terminata e a dimostrarlo ci sono delle alterazioni nella colata lavica, che si sta raffreddando.
Ma dai crateri sommitali hanno subito un importante aumento le emissioni di anidride solforosa. Questo vuol dire che l'Etna è ancora molto instabile.
Rosario Basile, una guida dell'Etna, afferma che non è pensabile che una eruzione si esaurisca in tre giorni. Per questo è probabile che i terremoti proseguiranno ancora per parecchio tempo. Egli afferma che la propagazione di fratture spesso può avvenire anche a distanza di giorni.
E gli altri vulcani italiani?
Nelle ultime ore si è fatta strada l'ipotesi che i vulcani italiani potessero essere tutti collegati. Per questo motivo in molti temevano, dopo lo Stromboli e l'Etna, un'eventuale eruzione o del Vesuvio o del Marsili, il vulcano sottomarino.
I timori sarebbero stata rafforzati dallo sciame sismico che questo mese ha interessato l'area craterica del vulcano partenopeo. E, come se ciò non bastasse, il 25 dicembre, il giorno di Natale, è anche eruttato lo Stromboli, rafforzando l'ipotesi formata su web.
A questo punto si è reso necessario l'intervento di Francesca Bianco, la direttrice dell'Osservatorio Vesuviano (OV). Ella ha spiegato a Fanpage.it che 'Vesuvio, Campi Flegrei, Ischia, Marsili adesso diciamo anche i nomi, Palinuro tutti i vulcani sottomarini Stromboli, Vulcano, Etna e così via sono sistemi vulcanici che non sono collegati fra loro', almeno per quello che la scienza conosce al momento. Ella ha affermato che la fase eruttiva dell'Etna non ha tratti anomali rispetto alla normale attività di questo vulcano.
Dopo quanto successo in Indonesia, la prospettiva che il Marsili possa eruttare sta spaventando non poco l'Italia. Ma fortunatamente il vulcano non presenta segnali sospetti che potrebbero far presagire un'eventuale eruzione sottomarina. Flavio Dobran ad inizio mese parlando del Vesuvio ha affermato che 'lo scenario di un'eruzione potrebbe essere apocalittico'. Anche Privitera, dell'INGV, spiega che si tratta semplicemente di una coincidenza che lo Stromboli e l'Etna stiano eruttando nello stesso momento. Rimaniamo in attesa di aggiornamenti.