Nuovi sviluppi sullo scandalo dell’amianto nel talco, utilizzato anche dai bambini, commercializzato dalla nota azienda americana Johnson & Johnson emergono da un’inchiesta della Reuters. Secondo l’esclusivo rapporto pubblicato dalla nota agenzia giornalistica, i vertici dell’azienda, già condannata nel 2016 e nel 2017 per non aver adeguatamente informato i consumatori della presenza del pericoloso minerale nel suo borotalco, avrebbero agito in “malafede” sui rischi derivanti dall’uso del prodotto in quanto erano a conoscenza da almeno vent’anni della sua contaminazione.

Amianto nel talco per bambini Johnson & Johnson: l’inchiesta della Reuters

L’inchiesta della Rueters ha preso in esame documenti, testimonianze e deposizioni dalle quali emerge che “l’azienda sapeva”, fin dal 1971, che nel talco grezzo utilizzato per la preparazione dei propri prodotti era stata riscontrata la presenza di amianto, come dimostrerebbero i risultati di tre diversi test effettuati tra il 1972 e il 1975. In seguito a tali risultati, i responsabili della multinazionale si erano preoccupati di come affrontare la vicenda, omettendo però di informare i consumatori e le autorità sanitarie circa i pericoli derivanti dal loro utilizzo.

Risale al 2016 la prima storica sentenza di un tribunale americano che condannava la Johnson & Johnson ad un risarcimento milionario verso i consumatori che avevano contratto l’asbestosi, una grave malattia polmonare causata dall’inalazione di amianto, la cui presenza era stata riscontrata nel diffuso borotalco prodotto dall’azienda farmaceutica.

Una seconda analoga sentenza era poi giunta nel 2017, quando un giudice di Los Angeles aveva condannato la Johnson’s a risarcire con 417 milioni di dollari una donna che, dopo aver fatto uso per anni del borotalco, aveva contratto un tumore alle ovaie.

Crollo in borsa del titolo dopo le nuove rivelazioni sulle responsabilità della Johnson & Johnson

Le novità riportate dalla Reuters in merito alla presenza di amianto nel talco Johnson’s potrebbero avere importanti ripercussioni sulle numerose cause giudiziari che l’azienda ha in corso a seguito alle denunce di 11.700 consumatori che addebitano ai prodotti della multinazionale la responsabilità del loro cancro.

Gli effetti dell’inchiesta, intanto, hanno intanto cominciato a manifestarsi sul mercato azionario di Wall Street dove, nonostante le smentite dei vertici aziendali, il titolo della Johnson & Johnson ha perso il 10 per cento del suo valore in quello che è il più grave crollo degli ultimi 16 anni.