Dalle segnalazioni nel 2016 fino all'arresto di oggi, martedì 22 gennaio, a Monza e Brianza ad opera della locale Guardia di Finanza di due persone indagate per associazione a delinquere, truffa, sostituzione di persona a seguito dell'ordinanza emessa dal Gip (Giudice per le Indagini Preliminari).

Operazione "Cuore Falso"

L'operazione condotta della Guardia di Finanza di Monza si chiama "Cuore Falso", perché il campo di azione era proprio la beneficenza. Da quanto è emerso nelle indagini gli arrestati, sui quali gravavano già precedenti specifici, erano a capo di una organizzazione che truffava le persone presentandosi come associazione benefica, con sede a Limbiate, alla ricerca di offerte di denaro poi impiegati per uso personale.

La finta Onlus è stata stanata dai finanzieri che, nell'attività di indagine, hanno anche perquisito la sede dell'associazione fittizia e hanno rinvenuto tesserini contraffatti, blocchetti delle ricevute e opuscoli che però non corrispondevano alle reali intenzioni dei due delinquenti. Tra i volti degli indagati sono stati riconosciute anche persone che in passato hanno fatto parte di associazioni che realmente perseguono lo scopo della beneficenza, ma che nel tempo sono stati denunciate e allontanate per attività di raccolta di fondi non autorizzata da chi stava a capo degli enti. Ex volontari che hanno usato i nomi di associazioni benefiche per perseguire propri scopi.

Un'organizzazione consolidata

Le indagini hanno inoltre sottolineato il consolidamento temporale di queste attività sul territorio. Si tratta di un sistema criminale capace che è riuscito a infiltrarsi nella quotidianità delle persone in maniera che queste si fidassero e acconsentissero alla donazione. Le zone in cui avveniva quest'attività illecita di lucro erano, tra le molte, principalmente adiacenti a ospedali, stazioni dei treni, centri commerciali, ma anche fiere e teatri.

Partiti con l'utilizzo non autorizzato dei nomi di associazioni esistenti, nel 2015 venne fondata un'associazione ad hoc da utilizzare per le truffe. Non solo quel denaro raccolto in maniera truffaldina non era destinato ad alcun scopo benefico, in alcuni casi veniva addirittura "bruciato" nel mondo delle scommesse, videolottery e slot machine, andando a dimostrare anche l'assenza totale di rispetto di chi donava contanti con la speranza di aiutare il prossimo.