Soltanto ieri, 29 gennaio 2019, i giudici della Corte d’Appello d’assise hanno pronunciato la sentenza tanto attesa dai genitori di Marco Vannini, che ha perso la vita per un colpo di pistola la notte del 17 maggio 2015 nella casa dei Ciontoli, famiglia della sua ragazza Martina. Da quel giorno di circa quattro anni fa, la famiglia del ragazzo aspetta che sia fatta giustizia per una morte ingiusta, probabilmente celata da molti segreti, i quali non hanno ancora permesso di chiarire cosa sia successo realmente quella sera.

La sentenza dei giudici della Corte d'Appello d'assise per la morte di Marco Vannini

La sentenza ha stabilito per Antonio Ciontoli 5 anni di reclusione con l’accusa di omicidio colposo; la famiglia Vannini non si aspettava che i giudici avrebbero ribaltato l’esito del primo grado quando, nell'aprile 2018, Ciontoli era stato condannato a 14 anni di detenzione per omicidio volontario con possibile dolo, rimanendo così delusi e amareggiati dalla giustizia italiana.

Per il resto della famiglia, invece, è stata confermata la condanna iniziale per omicidio colposo a tre anni di reclusione: per la moglie di Antonio Ciontoli, Maria Pezzillo e per i suoi due figli, Martina e Federico Ciontoli; escludendo e assolvendo dalla condanna Viola Giorgini, fidanzata di Federico Ciontoli che era in casa la sera stessa della sciagura.

Il messaggio di Fabrizio Corona alla famiglia di Marco Vannini

Molte sono state le persone indignate dalla sentenza di ieri, poiché inaspettata per un omicidio colposo con eventuale dolo. Anche il re dei paparazzi, Fabrizio Corona, ha espresso il suo sdegno con un messaggio dedicato alla famiglia di Marco Vannini dove comunica la sua rabbia per una giustizia che non è stata fatta.

Nel suo messaggio, Fabrizio Corona dichiara di aver seguito con molta attenzione tutta la vicenda dell'omicidio del giovane Marco e di aver visto la sentenza di ieri, rimanendo anch'egli molto turbato per la decisione dei giudici. Fabrizio dice di essere molto vicino alla famiglia e al giovane che purtroppo non c'è più e invita la mamma, Marina, a non arrendersi mai, poiché la sentenza dei giudici non è definitiva e che esiste una Cassazione; ricordando altri casi, come quello del giovane Stefano Cucchi ed altri che ci insegnano che non bisogna mai smettere di lottare per ciò che è giusto continuando a cercare giustizia nei nostri cuori e incita la famiglia a non rassegnarsi e continuare a cercare la meritata giustizia per Marco e non un'amara vendetta.