Ennesima strage nel mare a ridosso della Libia dove nella tarda serata di venerdì è affondata una nave con a bordo 120 persone. I soccorsi sono riusciti a recuperare solamente tre persone e metterle in salvo a Lampedusa. Per i restanti 117 non c'è stato nulla da fare. Il numero esatto dei morti, come riferito da Ansa, resta al momento incerto.
La notizia
La nave affondata venerdì vicino alle coste di Tripoli era in mare da più di 11 ore quando ha iniziato ad imbarcare acqua e, lentamente, ad andare sempre più giù.
Sull'imbarcazione erano presenti 120 persone, numero stabilito grazie alla testimonianza dei superstiti che, recuperati dalla Marina Militare Italiana, sono stati tratti in salvo e trasportati a Lampedusa.
Tra i dispersi ci sono 10 donne, di cui una risultava essere incinta e 2 bambini, uno aveva solamente due mesi.
Le parole dei sopravvissuti
Le parole degli unici tre sopravvissuti sono agghiaccianti. Da Lampedusa, ancora sotto shock ed in ipotermia, affermano all'unanimità di preferire la morte ad un ritorno in Libia. Raccontano di abusi e violenze subite nel loro Paese, della paura provata nel restare tre ore in mare e della speranza che qualcuno si accorgesse di loro.
Sono parole terribili, ricche ancora dello spavento provato e della tristezza per la tremenda fine dei loro compagni di viaggio. Parole che hanno fatto il giro del mondo e che vanno oltre qualsiasi tipo di schieramento politico, unendo tutti nel pensiero comune di fermare, il prima possibile, queste stragi inutili.
Lo sfogo di Salvini
Dure le parole del ministro dell'Interno Matteo Salvini che, ancora una volta, affida il suo sfogo su Twitter. Per lui la tragedia è dovuta principalmente ai porti aperti che ci sono ancora in Europa: in questo modo vengono aiutati i trafficanti e gli scafisti che svolgono il loro lavoro senza trovare ostacoli.
Solamente bloccando gli sbarchi si potrà porre fine a queste assurde morti, a questa gente costretta ad affrontare un viaggio di molte ore per arrivare in un'altra terra.
I commenti dei politici italiani
Il premier Giuseppe Conte, in un comunicato apparso su internet, ha detto di esser rimasto profondamente scioccato da questa tragedia ed ha dichiarato di voler continuare con fermezza la lotta contro i trafficanti fino al giorno in cui saranno tutti quanti puniti per il male che stanno facendo.
Progetto che, come afferma lo stesso Conte, porterà avanti anche dopo la fine del mandato. Dichiara infatti che in un prossimo futuro si occuperà di diritto penale cercando di andare contro i trafficanti per bloccare queste tragedie, definite come un 'crimine contro l'umanità'.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso "profondo dolore per la tragedia che si è consumata con la morte di oltre cento eprsone tra uomini, donne e bambini".
Il presidente della Camera Roberto Fico ha espresso di provare "tristezza, dolore e rabbia" e afferma la necessità di dover salvare queste vite umane, compito primario di una società sana. Andare contro queste regole rappresenta solamente "un fallimento per noi tutti".