Poco efficienti e capaci, oltre che estremamente lenti nel rispondere alle esigenze della clientela. L'hotel Henn-na di Tokyo, accorgerdosi di tale inoperosità, ha deciso di licenziare più della metà dei "lavoratori". Diversamente rispetto a quanto accade nel resto del mondo però questi duecento "impiegati" erano automi robotici.

Churi, l'assistente indisponente

L'albergo divenne famoso in quanto fu tra i primi ad utilizzare così tanti automi per il buon funzionamento dell'azienda. Dopo tre anni di lavoro, però, i robot hanno registrato parecchie manchevolezze oltre che dei bug spiacevoli.

Uno fra tutti, come scrive il Wall Street Journal, è stato Churi, assistente vocale di camera. Non era in grado di rispondere alle domande più semplici ed oltretutto si accendeva nel cuore della notte appena udiva una persona russare provocando l'ira dei clienti a cui disturbava il sonno. I facchini, invece, si fermavano in caso di nebbia, neve o pioggia e, se non bastasse, risultavano estremamente lenti. I velociraptor, cioè i receptionist addetti al check-in, davano inoltre informazioni sugli orari di volo e sui luoghi da visitare sconclusionati.

Esseri umani al posto dei robot

L'obsolescenza ha colpito gli automi dell'hotel Henn-na solo dopo pochi anni di attività, perlopiù con le mansioni svolte sempre in maniera superficiale e non corretta, a detta dei clienti.

E' così che gli imprenditori alberghieri di Tokyo hanno deciso di liberarsi di gran parte dei 200 automi per evitare il tracollo finanziario, dal momento che in questo stesso periodo si è registrata una perdita sostanziosa della clientela. Il progresso robotico detta le regole, e molti ormai pensano che più si andrà avanti e più cresceranno i lavori affidati alle macchine rispetto alla manodopera umana.

Ma qui invece assistiamo all'eccezione che conferma la regola.

Gli automi licenziati dall'hotel verranno infatti rimpiazzati con esseri umani.

Anzichè aggiornare i software dei vecchi robot, ammortizzando l'esosa spesa sostenuta pochi anni prima, hanno deciso per la soluzione più ovvia: far lavorare nuove persone e permettere, di conseguenza, di creare nuova occupazione.

Una scelta che sembrerebbe ovvia, ma che in un paese all'avanguardia tecnologica come il Giappone non risulta così scontata.

Nessuna buona uscita

L'unica buona notizia rispetto all'investimento robotico fallimentare di questo hotel è che, ovviamente, agli automi in questione non bisogna dare una liquidazione di fine rapporto lavoro. Una magra consolazione, ma pur sempre un risparmio per l'hotel Henn-na.