Che nell'era dei nativi digitali l'informazione abbia un valore economico, non stupisce. Ma forse potrà sorprendere che questo valore corrisponde ad una somma ben precisa per un'app di Facebook che da circa tre anni offre ai giovani fino a 20 dollari al mese in carte regalo per servirsi delle loro informazioni.

Secondo un portavoce del social network, quest'iniziativa non può essere tacciata di spionaggio, trattandosi di un programma di ricerca di mercato avviato dietro consenso degli iscritti. Ad ogni modo, tenendo conto della grande quantità di dati che il sistema può mettere a disposizione degli addetti di lavori, Apple ha deciso di intervenire rimuovendo e chiudendo l'applicazione su iOS, mentre al momento su Android continua a funzionare.

Facebook research e Menlo Park

Carte regalo da 20 dollari al mese per i giovani sotto i 35 anni. È così che Facebook, negli ultimi tre anni, si è garantita l'accesso ad una serie di informazioni provenienti da utenti di giovane età. L'applicazione in questione si chiama Facebook Research, e il suo funzionamento è stato illustrato e segnalato dal sito specializzato TechCrunch,

L'obiettivo è quello di prelevare i dati degli iscritti, monitorando l'utilizzo degli smartphone e del web, per poi inviarli alla società di Menlo Park. Il social network, dopo l'approfondimento pubblicato da TechCrunch, è intervenuto per confermarne la notizia, aggiungendo al contempo che l'app è stata chiusa per i possessori di iPhone ma non per Android.

Infatti Apple, in un comunicato successivo, ha affermato che, anche se gli utenti erano consapevoli del fatto che le loro informazioni sarebbero state acquisite dietro pagamento dal social network, questa procedura violava di fatto gli accordi presi con la società di Cupertino che punta sempre a difendere i dati dei suoi clienti.

Facebook si difende: niente spionaggio, è una ricerca di mercato

TechCrunch ha raccolto il parere di Will Strafach, esperto di sicurezza informatica, il quale ha dichiarato che se Facebook potesse utilizzare in modo completo le informazioni degli utenti, potrebbe arrivare ad avere una panoramica totale sui messaggi privati inviati sui social e le chat, compresi video, foto ed email, senza contare le ricerche sul web, la cronologia della navigazione e addirittura i dati geografici.

Un portavoce della piattaforma di Zuckerberg, invece, ha chiarito che non c'è stata alcuna attività di spionaggio, trattandosi di informazioni acquisite dietro consenso dei diretti interessati, aggiungendo che meno del 5% di coloro che hanno aderito al progetto Facebook Research sono minorenni, tutti in possesso di moduli sottoscritti e firmati dai genitori. Il portavoce - come riportato dall'Ansa - ha affermato: "Sono stati ignorati gli aspetti fondamentali di questo programma di ricerca di mercato. Non si trattava di spiare, dal momento che tutti coloro che si sono iscritti hanno seguito una chiara procedura di registrazione che chiedeva il loro consenso e sono stati pagati per partecipare".

La dichiarazione della Apple

L'applicazione, come riportato in precedenza, non è contingente ai parametri normativi imposti da Apple che, di conseguenza, l'ha rimossa dal suo sistema operativo, provvedendo a revocare il certificato a Facebook Research. È quanto si apprende da una nota ufficiale diffusa dall'azienda statunitense che riporta: "Abbiamo progettato il nostro Enterprise Developer Program esclusivamente per la distribuzione interna di app all'interno di un'azienda. Facebook ha utilizzato questo programma per distribuire un'app per la raccolta dei dati dei consumatori, il che rappresenta una chiara violazione del loro accordo con Apple. Qualsiasi sviluppatore che utilizzi i propri certificati aziendali per distribuire app ai consumatori si vedrà revocato il certificato, che è ciò che abbiamo fatto in questo caso per proteggere i nostri utenti e i loro dati".