La "Scala Santa", uno dei luoghi più cari alla cristianità, dopo un attento lavoro di restauro è tornata accessibile al pubblico dopo ben 3 secoli ma per soli 60 giorni. Si tratta di 28 gradini di marmo che i fedeli salivano in ginocchio per poter “riprodurre” la salita di Gesù verso la sala del palazzo di Gerusalemme di Pilato, dal momento che questa scalinata è attribuita proprio al palazzo di Ponzio Pilato. Il restauro ha rimosso la copertura in legno di cui gli scalini erano provvisti e cancellato i solchi di tantissimi decenni di salite di fedeli.

Inoltre, sono stati fatti tornare alla luce anche degli affreschi risalenti al '500 degli interni del santuario annesso alla scalinata.

Riaperta la "Scala Santa" attribuita a quella presente nel palazzo di Ponzio Pilato

Ieri è stata riaperta la “Scala Santa”, ovvero una scalinata lunga 28 gradini che secondo la tradizione cristiana, di cui non si è certa l'attendibilità, sarebbe stata trasportata a Roma dal palazzo di Gerusalemme dalla madre dell'imperatore Costantino, Elena, nel 326 dopo Cristo. I Musei Vaticani hanno collaborato con la “Congregazione dei Padri Passionisti” fin dagli anni '90 per il restauro di questo luogo. La scalinata è stata liberata dal legno che la ricopriva, riparata, dal momento che era letteralmente consumata da innumerevoli fedeli passati in ginocchio, e ripulita dalla terra e incrostazioni varie causate dal tempo: ricordiamo che è stata aperta ieri e che rimarrà tale fino a Pentecoste, ovvero per 60 giorni.

Dopo la “benedizione”, ieri i fedeli hanno iniziato a salire tutti i 28 gradini in ginocchio, riproducendo ciecamente il racconto dei Vangeli riconosciuti, nei momenti in cui è presente la figura di Ponzio Pilato.

Le decorazioni sulla scala e gli affreschi cinquecenteschi

Inoltre, sempre durante il restauro, sono state rinvenute delle decorazioni in porfido rosso ritraenti delle croci sul secondo scalino, ovvero dall'inizio della “salita” e sull'undicesimo, ovvero dove la tradizione vuole che Gesù cadde rompendosi il ginocchio e perdendo del sangue.

Sull'ultimo gradino di questa scalinata invece è stata riprodotta una croce in bronzo. Un intricato "puzzle" di simbolismo dunque, in cui la religione si mescola con l'arte.

Ma non è finita. Il minuzioso lavoro di restauro di questo luogo così “particolare” ha riportato alla luce anche degli affreschi del Cinquecento voluti dal Papa Sisto V. Questi affreschi occupano ben 2500 metri quadri di questo santuario della “Scala Santa” e saranno anch'essi visitabili soltanto per questi sessanta giorni che si distanziano dalla Pentecoste.