Gli inquirenti continuano a tenere alta l'attenzione sul delicato e complesso caso sfociato nella morte del 66enne Antonio Cosimo Stano, originario di Manduria, nel tarantino. Il pensionato per anni è stato brutalmente picchiato e torturato in casa sua da una baby-gang del posto, composta da almeno 14 ragazzini.

Nelle ultime ore è emersa una notizia secondo cui ci sarebbero altri quattro giovani indagati per la morte dell'uomo che aveva anche dei problemi psico-fisici. Questa mattina gli inquirenti hanno notificato gli avvisi di garanzia con invito a comparire ai diretti interessati, i cui nomi, per privacy, non sono stati comunicati.

Al momento, infatti, si sa soltanto che queste persone hanno un'età compresa tra i 15 e i 17 anni, dunque tutte minorenni. I reati contestati sono gli stessi di quelli di cui devono rispondere gli altri indagati, ovvero tortura aggravata dalla crudeltà, sequestro di persona e violazione di domicilio.

Anche delle ragazze potrebbero essere coinvolte nell'inchiesta

A rendere ancor più raccapricciante questa terribile storia di soprusi ai danni di una persona anziana, è l'indiscrezione secondo cui nell'inchiesta potrebbero essere coinvolte anche delle ragazze. I giovani, infatti, erano soliti riprendere i "raid" a casa del pensionato con gli smartphone: questi frame venivano poi condivisi tramite una chat di WhatsApp che i componenti della baby-gang avevano chiamato "Comitiva degli orfanelli".

E proprio con questo nome oggi viene identificato questo gruppo che sarebbe responsabile di una serie di torture inflitte al povero Antonio Stano.

Il contenuto dei filmati è ancora al vaglio degli inquirenti che hanno deciso di renderne pubblici alcuni. In qualche video si nota chiaramente il momento in cui alcune persone piombano all'improvviso a casa del 66enne che, addirittura, in un'occasione viene preso a bastonate, e sul quale vengono lanciate anche delle bottiglie.

La banda puntualmente riusciva a sfondare la porta d'ingresso dell'appartamento dell'uomo, e a quel punto dei giovani entravano e schernivano Stano che, in preda alla paura, si era ormai rintanato in casa e non usciva più dalla sua abitazione nemmeno per acquistare del cibo. Anche per questo motivo le condizioni di salute della vittima sarebbero gravemente peggiorate.

Da reperire anche i file cancellati

I periti della Procura di Taranto non stanno lasciando nulla al caso, infatti stanno cercando anche di recuperare i file che il gruppo ha provveduto a cancellare dalle chat sulla nota applicazione di messaggistica istantanea. Difatti, quando la gang ha appreso che l'uomo si trovava in gravissime condizioni all'ospedale di Manduria - dove poi è morto il 23 aprile scorso dopo 18 giorni di agonia - ha provato a rimuovere alcuni video presenti sui rispettivi dispositivi tecnologici. Gli investigatori sono comunque riusciti a scovare questi filmati.

Ricordiamo - per dovere di cronaca e completezza d'informazione - che otto degli indagati, tra cui due maggiorenni, si trovano in carcere. I minori sono detenuti nella casa circondariale minorile di Bari, mentre gli altri nel capoluogo di provincia ionico.