Il 12esimo presidente della Turchia, Recep Erdogan ha scritto in un editoriale pubblicato sul Wall Street Journal che i paesi occidentali dovrebbero sostenere le azioni compiute dai turchi, altrimenti dovrebbero iniziare ad accettarli loro i curdi nei loro paesi. Poi, il presidente turco ha anche aggiunto che ciò che la Turchia sta facendo è un qualcosa che non sono riusciti a fare gli altri paesi e quindi, invece di criticare il modo in cui il suo paese sta agendo, dovrebbero sostenerlo.
Ma Erdogan ha anche accusato gli occidentali e in particolare modo la Francia per non aver saputo gestire il grande flusso di ribelli che è arrivato in questi anni in Europa. Per di più ha aggiunto che non permetteranno a nessun terrorista di lasciare il nord-est siriano.
Inoltre, Erdogan ha anche voluto ricordare che la Turchia in questi anni ha ospitato più di 3 milioni e mezzo di rifugiati curdi e ha speso per loro più di 40 miliardi di dollari. Però adesso, per il presidente, la situazione non è più tollerabile e siccome aveva capito che i massimi vertici europei non sarebbero intervenuti ha deciso per questa offensiva.
Nella giornata di ieri, i massimi vertici turchi hanno accusato i curdi di aver liberato i prigionieri dell'Isis per scatenare il caos. Ipotesi condivisa anche da Donal Trump che ha però condannato le azioni intraprese dai turchi.
L'Ue ha chiesto un ulteriore riunione per parlare dell'attacco della Turchia
Il consiglio di sicurezza dell'Unione Europea ha chiesto un ulteriore riunione per discutere dell'offensiva militare turca in Siria. L'incontro sarà previsto per la giornata di domani. L'obiettivo principale di quest'altra riunione è di cercare al più presto una soluzione per fermare l'offensiva turca. Il tutto deve essere attuato aumentando la pressione internazionale.
Oltre agli Stati Uniti, che hanno più volte chiesto la sospensione immediata dell'offensiva con sanzioni a sostegno dell'iniziativa, anche la Cina ha invitato la Turchia a cessare il fuoco e tornare sul percorso della risoluzione in termini politici.
Intanto, la situazione nella Siria nordorientale è sempre più drastica da quando è stata lanciata l'offensiva, una settimana fa esatta. Infatti, sono saliti a 190 mila gli sfollati e secondo l'Unicef tra questi si contano oltre 70 mila bambini. Ma nonostante ciò, Erdogan non vuole avere nessuna pietà e ha affermato che andranno fino in fondo alla questione che hanno iniziato perché sono molto determinati e credono in quello per cui stanno lottando. Il presidente turco ha anche aggiunto che non si fermeranno nemmeno di fronte alle sanzioni da parte dei massimi organi internazionali.