Lei, 20enne, rumena, da tempo si era rifugiata a Sassari per fuggire dalle grinfie del marito. Ma lui, coetaneo della moglie, non aveva accettato l’affronto. E allora ieri, con l’aiuto dalla mamma e dal fratellino, ha cercato di rapirla nel pieno centro storico di Sassari, senza però riuscirci. Il merito dello sventato sequestro va al miracoloso intervento di un operaio sassarese di 45 anni che ha sventato il sequestro. In manette – con la pesante accusa di tentato sequestro in concorso – sono finiti R.B., 20anni, originario della Romania, il fratello di 15 anni e anche la mamma R.M, 43enne rumena.

Il giovane marito è anche accusato di tentato omicidio: avrebbe infatti tentato di colpire con un grosso coltello il cugino della moglie. La motivazione? Aveva ospitato la 20enne in casa a Sassari. Sul posto, dopo le numerose segnalazioni, sono intervenuti i Carabinieri della Compagnia di Sassari che hanno arrestato i tre. Dopo tutte le formalità di rito, la mamma e il figlio maggiore sono rinchiusi in una cella del carcere di Bancali, in attesa di essere ascoltati dal magistrato di turno che si occuperà del caso. Mente il fratellino 15 enne è stato portato nel carcere minorile di Quartucciu.

Un agguato in pieno centro

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori dei Carabinieri della Compagnia di Sassari, i tre erano arrivati in città – direttamente dalla Romania – per una sorta di “missione punitiva”.

Insomma il loro intento era quello di riportare a casa la giovane sposa – madre di un bimbo di un anno – che era materialmente scappata di casa perché non sopportava più le botte e i soprusi. Durante la conferenza stampa che si è tenuta ieri mattina nella caserma dei Carabinieri, è stata ricostruita in parte tutta la vicenda.

Il marito ventenne infatti – hanno spiegato i militari – non aveva accettato il disonore di essere stato lasciato da sua moglie. La donna si era stancata delle continue botte del coniuge, al punto da abbandonare anche il figlioletto di un solo anno. La giovane aveva cercato rifugio a Sassari dove, da tempo, viveva un suo cugino.

Ma i tre, madre e fratelli, non ci hanno visto più. E partiti dalla Romania a bordo di una Mercedes – con appresso anche il bambino di un anno – hanno raggiunto il porto di Civitavecchia. Da qui, domenica notte, si sono imbarcati nel traghetto diretto a Olbia e poi hanno raggiunto Sassari.

L’irruzione

Gli investigatori hanno ricostruito con precisione tutta la vicenda. Anche perché i tre, mamma e due figli, sapevano perfettamente dove fosse la giovane 20 enne. A raccontare l’accaduto ci hanno pensato il capitano Giuseppe Sepe, comandante della compagnia di Sassari e il tenente Fabrizio Ricciardi, responsabile del Nucleo Radiomobile. Secondo quanto ricostruito dai militari i tre sono arrivati a Sassari a bordo di una Mercedes.

Hanno parcheggiato l’auto in piazza Sant’Antonio, dove sono arrivati sgommando a tutta velocità. Poi i due fratelli – con tutta tranquillità – hanno fatto irruzione nell’appartamento del cugino della 20enne, in vicolo Agnesa. Qui hanno messo sotto sopra l’abitazione e con la forza hanno trascinato la donna. Non prima di cercare di colpire il giovane con un coltello. Fondamentale - quando i tre stavano cercando con la violenza di far salire la giovane sull’auto – è stato l’intervento di un operaio sassarese di 45anni che ha bloccato i tre, nonostante la minaccia dei coltelli. Poi l’intervento dei Carabinieri che hanno stretto le manette ai polsi alla mamma e ai suoi due figli. La giovane 20enne si è ripresa il figlio di un anno e ora, con tutta probabilità, sarà trasferita in una struttura protetta. La decisione al giudice che si occuperà del caso.