Serafina Strano, la dottoressa che nel settembre 2017 venne abusata da un paziente mentre era in servizio presso la Guardia medica di un piccolo centro in provincia di Catania, non avrà alcun risarcimento dall'assicurazione. "Il diritto all'indennizzo risulta prescritto" le hanno comunicato con un freddo linguaggio burocratico. Amareggiata, la donna (54 anni) ha dichiarato ad Adnkronos: "Mi hanno lasciata sola".

Nessun indennizzo

La dottoressa Serafina Strano è stata aggredita il 18 settembre 2017. La volenza è avvenuta proprio nell'ambulatorio dove lavorava, in via Agostino De Pretis nel comune di Trecastagni.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti l'aggressore, Alfio Cardillo, ventiseienne residente nella vicina Santa Venerina, entrò nello studio medico fingendo di essere un paziente e diede in escandescenza; dopo aver danneggiato gli arredi, messo fuori uso il telefono fisso e disattivato il pulsante per le emergenze, sequestrò la dottoressa e ne abusò per ore. A dare l'allarme, in piena notte, fu un passante. I carabinieri riuscirono a fermare ed a arrestare l'aggressore mentre, ancora seminudo, stava cercando di scappare. La Procura di Catania chiese quindici anni di reclusione, ma il Gup ridusse la pena a soli 8 anni.

Ora, dopo udienze, processi ed appelli alle istituzioni, la dottoressa Strano dovrà affrontare una nuova battaglia.

L'ente assicurativo, infatti, l'ha informata di aver respinto la richiesta di indennizzo presentata per la violenza subita. "Non possiamo effettuare il pagamento - ha precisato il liquidatore - poiché risulta prescritto il diritto al risarcimento". La polizza, come ha spiegato la stessa dottoressa, era stata stipulata dall'Asp di Catania per tutelare dagli infortuni i dipendenti della Guardia medica.

Ad aprire la pratica, d'ufficio, era stata l'Azienda sanitaria, ma poi l'ufficio legale non se ne era più interessato e nessuno aveva mai aggiornato la dottoressa in merito. "Solo ora mi dicono che avrei dovuto provvedere ad inviare personalmente tutta la documentazione" ha accusato Serafina.

Lasciata sola

La dottoressa Strano decisa a citare in giudizio all'Asp, è stanca di subire: "Ora basta - ha annunciato - voglio conto e ragione di quanto accaduto.

Ho aspettato finora, ma dopo quello che è successo con l'ente assicurativo non credo che continuerò a farlo". Serafina ha poi precisato che l'azienda, dopo la violenza subita, le ha sempre fatto la guerra e il mancato risarcimento è stato solo l'ultimo sgarbo ricevuto in ordine di tempo. Sebbene sia tornata in servizio, ricollocata, infatti, ora in sostanza è costretta a fare da 'tappabuchi malpagata'.

"Vivo un profondo senso di ingiustizia - si è sfogata - il mio aggressore, paradossalmente pur essendo in prigione è tutelato dallo Stato, mentre io qui fuori sono sola e devo combattere ogni giorno". Poi ha concluso delusa: "Mi hanno invitata a conferenze stampa, a riunioni ed anche a far parte di un comitato, però oltre a fiumi di parole, nei fatti, non ho ricevuto nulla".