“È finito un incubo, grazie”. Marco Carta era in lacrime quando l’avvocato Simone Ciro Giordano, che lo ha difeso in Aula, gli ha comunicato la decisione del giudice del procedimento di primo grado in rito abbreviato. L’ex trionfatore di Amici di Maria De Filippi e di Sanremo 2009 era accusato del furto di sei magliette firmate del valore di ben 1.200 euro, sottratte alla Rinascente di Milano durante la serata del 31 maggio. Ci sono volute due ore di camera di consiglio per arrivare alla sentenza del giudice della sesta sezione penale del Tribunale di Milano, Stefano Caramellino: l’imputato “non ha commesso il fatto”.

Marco Carta, forse per evitare i fotografi, aveva deciso di non presentarsi all’udienza, attendendo da casa il verdetto.

I filmati che hanno scagionato Marco Carta

In mattinata erano stati proiettati in Aula i filmati delle telecamere di sicurezza della Rinascente, che non si è costituita come parte civile nel processo. Come hanno più volte sottolineato dalla difesa, dai video del grande magazzino si vede come durante quella serata di sconti speciali, la signora Fabiana Muscas, infermiera 53enne, prima fan e poi grande amica del cantante, sia entrata più volte nei camerini da sola. Inoltre non risulterebbe che Marco Carta sia andato nei bagni per abbandonare le placche antitaccheggio, ritrovate lì dagli addetti alla sorveglianza.

Anche perché dalle immagini risulta chiaro come l’interprete, per la sua statura minuta e visti i jeans aderenti che indossava quella sera, non avrebbe potuto occultare le sei targhette, piuttosto voluminose. Quindi la tesi dei legali di Carta sarebbe stata pienamente confermata dai fotogrammi visionati dal giudice. Non era dello sesso avviso il pm, che in tarda mattinata aveva chiesto una condanna di otto mesi di reclusione ed una multa di 400 euro per l’artista 34enne.

Stralciato il procedimento per l’amica di Marco Carta

Appresa la notizia, l’ex vincitore di Sanremo ha ringraziato sui social tutti coloro che gli sono stati vicini in questo periodo, sottolineando di sentirsi come al risveglio dopo un brutto sogno. “Marco ha sempre detto che era innocente – ha spiegato l’avvocato Giordano, subito dopo la lettura della sentenza – per noi la vicenda finisce qui, anche se forse l’accusa ricorrerà in Appello”.

Il legale ha ribadito come sia stato dimostrato che Carta non era consapevole di quello che la sua amica aveva combinato, sottraendo le magliette da uomo e nascondendole nella sua borsa. Durante la penultima udienza, il procedimento a carico della Muscas era stato stralciato. L’infermiera, assistita dall’avvocato Giuseppe Castellano, ha fatto domanda per l’istituto della messa in prova. In pratica, al posto di andare in carcere, chiede di poter svolgere lavori di pubblica utilità presso un’associazione di Cagliari che assiste donne vittime della tratta della prostituzione: nell’udienza del 17 dicembre il giudice stabilirà se accogliere questa istanza.