I vicini di casa le hanno salvato la vita. Quando hanno sentito le urla provenire dal suo appartamento hanno iniziato a citofonarle e suonare alla porta dell’abitazione, situata in un condominio nella zona della Collina Fleming a Roma. L’episodio è accaduto nella notte del 2 ottobre, ma solo adesso la notizia è stata diffusa. A quanto pare la donna, di 37 anni, è uscita per tranquillizzare i presenti circa quello che era successo e per dire che stava bene.
Purtroppo stava mentendo: era stato il marito ad imporle di andare fuori e rassicurare tutti quanti. L’uomo aveva appena tentato di ammazzarla, prima le aveva messo le mani al collo e, successivamente, aveva tentato di soffocarla premendole un cuscino sul viso. Tuttavia, notate le sue ecchimosi, i vicini hanno continuato a chiederle se andasse tutto bene e così l’aggressore, anche lui 37enne, ha preferito darsi alla fuga: solo a quel punto la signora ha accettato di recarsi al pronto soccorso del policlinico Gemelli per farsi curare.
In fuga verso Cellino San Marco
L'uomo inizialmente era riuscito a far perdere le proprie tracce, successivamete gli agenti di polizia hanno scoperto il suo rifugio: si era recato a Cellino San Marco, in provincia di Brindisi, dove vivono alcuni suoi parenti.
In un’operazione congiunta, gli uomini del commissariato Ponte Milvio della Capitale e quelli della squadra mobile della località pugliese hanno arrestato il fuggitivo con l’accusa di aver tentato di uccidere la moglie. L’uomo era già noto alle forze dell’ordine: infatti già nel 2016 aveva subito una denuncia per stalking, reato per il quale nel 2018 era pure finito in carcere. Ma, nonostante questa grave vicenda, il 37enne era rimasto vicino alla donna che aveva sposato ed alla loro figlia che oggi ha due anni. A quanto pare, poco prima della fuga in auto verso la Puglia, avrebbe ripetutamente minacciato di portar via la bambina alla mamma. “Non contate niente” sarebbero state le sue ultime parole prima di far perdere le proprie tracce.
La ricostruzione dei fatti
Secondo gli inquirenti, la convivenza tra i due, che si frequentavano sin da ragazzini, è sempre stata molto complicata. Anche l’arrivo di una bambina in casa non ha migliorato la situazione. La notte del 2 ottobre la donna, nonostante le rassicurazioni fatte ai vicini, mostrava i segni dell’aggressione: i medici le hanno curato diverse ecchimosi al volto ed al collo che guariranno in 30 giorni. La signora ha raccontato agli agenti dell’ultima lite, al culmine della quale il marito le avrebbe stretto le mani al collo, chiudendole anche le narici per evitare che respirasse. Ma la vittima sarebbe riuscita a divincolarsi: così a quel punto il 37enne avrebbe usato il cuscino per tentare di soffocarla.
I vicini di casa, che erano al corrente di quanto già accaduto in passato all’interno di quelle mura, sentendo dei rumori sospetti hanno deciso di suonare il campanello di casa della donna. Il loro intervento è stato essenziale per evitare il peggio.