Cattiva madre o madre coraggio? La storia di Claudia Stabile, la mamma 35 enne di Campofiorito, nel palermitano, sta facendo molto discutere. Lo scorso 8 ottobre era scomparsa: aveva lasciato marito e tre figli, per poi farsi viva attraverso il suo avvocato, dopo che la trasmissione Chi l'ha visto? si era occupata del suo caso.
Proprio il suo legale, Antonio Di Lorenzo, ieri, 27 novembre, ospite in studio del programma dedicato ai casi di scomparsa, è diventato la voce di Claudia Stabile: l'uomo ha spiegato, al posto suo, le ragioni della fuga riferendo dettagli drammatici.
Il pensiero del suicidio, gettandosi sotto un treno, ha saturato la mente di Claudia in momenti estremi. Mamma 'sbandata', o donna disperata che tenta di non soccombere a un destino coniugale schiacciante e al baratro della depressione? Il caso divide l'opinione pubblica, come la redazione del programma.
L'allontanamento scelto dopo l'inganno del marito
Ieri sera in studio alla presenza dell'avvocato Di Lorenzo, Federica Sciarelli ha ricostruito la storia di Claudia. Di solito, la giornalista, specie nel raccontare i casi di scomparse sospette di donne, usa dire che una mamma non lascerebbe mai i propri figli.
Ma un telespettatore le ha fatto notare che dopo il caso di Claudia Stabile, quest'affermazione non è più valida. In effetti, la donna ha lasciato i suoi tre bambini per scappare in Germania.
Il suo era iniziato come un caso di scomparsa, poi è stato chiaro che si è trattato di un allontanamento volontario. La storia ha fatto emergere non pochi problemi, a cominciare da uno culturale, se è vero, come lo è, che il marito, ha detto che avrebbe preso in casa una donna delle pulizie per sopperire alla sua mancanza. Nella scorsa puntata, Claudia aveva scelto di parlare con la giornalista di Chi l'ha visto? anziché parlare con suo marito Piero Bono e con i figli. Per questo, dopo l'intervista, l'uomo aveva chiamato in diretta manifestando disperazione e rabbia, anche a nome dei figli, per il comportamento di Claudia.
Una scelta così intransigente, trova una spiegazione nella vita coniugale di Claudia. Tre anni fa, la famiglia Bono era andata in Germania per una breve vacanza a casa della nonna materna: uscita di casa in compagnia della figlia più piccola con un pretesto, Claudia si era rifugiata in una casa delle donne. A quel punto, Piero, era tornato in Italia con gli altri figli. All'epoca, non troncò la comunicazione con il marito che, tornato in Germania, aveva visto la figlia ed aveva convinto la moglie a tornare in Italia.
Al suo rientro, una sorpresa traumatica ha segnato la rottura insanabile tra i due: il marito l'aveva denunciata per sottrazione di minori. Le furono sequestrati i documenti con l'obbligo di firma in commissariato ogni giorno.
Da quel momento, si è sentita ingannata e prigioniera: moglie casalinga, non per scelta ma perché suo marito non le permetteva di lavorare e la controllava. Invece lei avrebbe voluto essere indipendente, lavorare. Col tempo, perciò, ha cominciato a maturare l'idea di andare via di nuovo, lo ha fatto lo scorso ottobre imparando la lezione: per tutelare i figli, non li ha portati con sé. "Hai una rabbia dentro che non la puoi controllare - ha spiegato Claudia durante l'intervista - C'è chi si butta dalla finestra, chi si uccide, chi prende pillole. Perché uccidermi, ho pensato? Sono giovane, ho ancora tutta la vita davanti", ha detto sottolineando che non ha abbandonato i figli. Li ha solo temporaneamente lasciati per poter organizzare una nuova vita a Francoforte con loro, se vorranno.
A marzo, ci sarà l'udienza del processo che la vede imputata per sottrazione di minore.
Il treno, dall'idea del suicidio alla voglia di farcela
Terminato il servizio con l'intervista a Claudia, l'avvocato in studio ha raccontato un passaggio cruciale della vicenda: nella fuga, giunta a Palermo, la donna si sentiva libera, ma sull'aereo per tutto il tragitto ha pianto. All'arrivo all'aeroporto di Malpensa, si è seduta su una panchina aspettando un treno. Era in una condizione estrema, si trovava a un punto di non ritorno: lontana da Campofiorito, tanto quanto dalla Germania dove la mamma e la famiglia potevano farle da paracadute. In quel momento ha sentito che aveva solo due alternative: "andare via, con i figli o senza i figli, o buttarsi sotto il treno, l'ha pensato per più di 30 secondi, l'ha pensato", ha riferito il legale.
Questione di attimi. Qualcosa l'ha spinta a rientrata nella realtà, e ha deciso di prendere il treno anziché uccidersi.
"Per me, ma non solo per me, Claudia Stabile è una donna coraggio", ha detto Di Lorenzo. Dietro la sua scelta, ha riferito il legale, c'è una storia terribile e un problema culturale. "Di formazione tedesca, Claudia, senza lavoro, senza soldi né autonomia, se fosse restata a Campofiorito, non avrebbe potuto separarsi né fare nulla. Invece ha scelto l'allontanamento facendo il sacrificio supremo che può fare una mamma, lasciare temporaneamente i figli, non li ha abbandonati".