L’ultimo rapporto ISTAT sulla natalità in Italia fotografa i profondi mutamenti in atto. Nell’arco degli ultimi dieci anni le nascite sono diminuite di 136.912 unità, quasi un quarto (24% in meno) rispetto al 2008. I nuovi nati nel 2018 sono calati del 4% rispetto all’anno precedente. Quasi un terzo (32,3%) sono bambini nati da coppie non sposate. Il 22% ha almeno un genitore straniero mentre il 14,9% ha entrambi i genitori non italiani.
Sempre meno italiani sullo stivale
Il calo delle nascite sembra senza freni. Sarà colpa della crisi economica, della mancanza di lavoro, dei cambiamenti degli stili di vita, o di tutte questi fattori insieme ma sta di fatto che in Italia il numero medio di figli per donna è sceso a 1,29; nel 2010 era 1,46. Il primo figlio arriva mediamente a 32 anni e questo contribuisce alla rinuncia di avere più figli.
Il calo maggiore delle nascite interessa soprattutto i primi figli, diminuiti del 28% tra il 2008 (283.922, pari al 49,2% dei nati) e il 2018 (204.883, pari al 46,6%). A seguire sono calati anche i figli dopo il primo, con una riduzione del 20% nello stesso periodo.
E’ un fenomeno che interessa tutto il Paese, dal nord al sud, e questo indica una difficoltà che i giovani hanno nel trovare una condizione di stabilità economica e sociale in età feconda. Così sempre più giovani rimangono in famiglia, hanno lavori saltuari, sottopagati, e le condizioni per accedere ad una casa sono spesso proibitive.
Anche per l’anno in corso il calo continua. Nel periodo gennaio-giugno 2019 sono stati registrati 5mila bambini in meno rispetto al primo semestre 2018. Siamo veramente lontani dagli anni del Baby Boom.
Con questo termine, conosciuto in tutto il mondo, ci si riferisce all’aumento delle nascite nel dopoguerra, fino agli anni ’60, grazie ad una maggiore fecondità sia delle donne più mature che alle donne giovani.
Un fenomeno quindi che interessava tutta la società. Negli anni, il calo più significativo si è registrato tra le donne giovani, sia perché le donne si sono maggiormente impegnate negli studi e nel mondo del lavoro, sia per un mutamento della società, a partire dai costi di gestione di un bambino lievitati enormemente.
L’Istat è andata ad analizzare la popolazione femminile in età fertile: a gennaio 2019 le donne residenti in Italia, di età compresa tra 15 e 29 anni, erano poco più della metà di quelle tra 30 e 49 anni. Ora, in numero assoluto rispetto al 2008, le donne di età compresa tra 15 e 49 anni sono diminuite di oltre un milione.
Quindi, pur volendo mantenere un tasso di fertilità come dieci anni fa, ci sono comunque meno donne in età fertile.
Perché il ciclo del Baby Boom si è già esaurito.
Un modello di famiglia che è cambiato
Sempre meno coppie decidono di unirsi in matrimonio e sempre più bambini nascono da coppie non coniugate. Un picco negativo di matrimoni celebrati è stato registrato nel 2014 (189.765 nozze). Poi il trend è aumentato leggermente e nel 2018 i matrimoni celebrati sono stati 195.778 (4.500 in più del 2017).
In questo scenario, in 10 anni il numero di bambini nati fuori del matrimonio è aumentato del 32%. Il fenomeno è particolarmente marcato nel Centro Italia (38,1%) con la Toscana che raggiunge il 40,8%, seguito dal Nord-Est (35,5%) con Bolzano a quota 46,5%, e dal Nord-Ovest (34,5 %). Al Sud il fenomeno è ancora limitato (25,8%), con la Basilicata e Calabria intorno al 21%.
Sorprende il dato della Sardegna con 42,7% dei nati fuori da matrimonio, Dato che supera la media del Centro-Nord.
All'interno delle varie tipologie di coppia, se i genitori sono entrambi italiani i nati fuori da matrimonio sono il 34,7%. Con genitori misti, se è il padre ad essere straniero (36,6%) mentre se è la mamma la proporzione è più bassa (27,2%). Limitato è l’incidenza nelle coppie dove entrambi i genitori sono stranieri (16,8%).
Il contributo dei cittadini stranieri. Dal 2012 al 2018 i nati da coppie dove almeno un genitore è straniero sono diminuiti (quasi 11 mila in meno). Questi bambini costituiscono il 22% dei neonati (96.578 unità), e registrano una riduzione di oltre 2.600 unità solo nell’ultimo anno.
Quindi anche il “rimpiazzo” delle culle vuote da parte delle mamme straniere è un fenomeno che si sta riducendo. Questo riflette le dinamiche migratorie degli ultimi anni.
Focus sui nomi di battesimo
Il rapporto Istat ha analizzato anche i nomi più gettonati del momento. Nel 2018 i nomi più usati per i nuovi nati sono stati Leonardo per i maschietti e Sofia per le femminucce. Anche Francesco (da anni al primo posto, ora è sceso al secondo) e Alessandro sono nomi maschili molto usati. Per le femminucce, al secondo posto c’è Giulia e al terzo Aurora. Gli esperti dell’Istat fanno rilevare che nonostante la possibilità di scegliere tra oltre 29 mila nomi maschili e 27 mila nomi femminili, i genitori da sempre si orientano prevalentemente verso i primi 30 nomi della lista. Sempre gli stessi.