La cittadina di Orvieto è scossa in queste ore da un caso di omicidio-suicidio dai risvolti ancora poco chiari. A dare l'allarme, nella notte tra mercoledì e giovedì, è stato un parente delle vittime che ha avvisato i carabinieri, dopo aver verificato che nessuno dei congiunti gli rispondeva al telefono. Pertanto i militari dell’Arma si sono recati in un'abitazione, situata nel centro storico della località umbra, per cercare di capire cosa fosse successo. Purtroppo, una volta entrati, non hanno potuto far altro che constatare come la tragedia fosse avvenuta da poco: i corpi di Carlo Carletti, di 67 anni, della moglie Rosalba Politi, 66enne, e della figlia Cinzia, nata nel 1984, erano riversi a terra in tre diverse stanze dell’appartamento, ormai privi di vita.

Tutti presentavano ferite da arma da fuoco.

Secondo gli inquirenti sarebbe stato lo stesso padrone di casa a sparare contro le due donne, per poi uccidersi.

Una famiglia tranquilla

Carlo Carletti era dipendente presso la Caserma Nino Bixio, sede dell’Aeronautica ad Orvieto.

Cavaliere della Repubblica Italiana, con alle spalle una decennale carriera militare prima di diventare impiegato, l’uomo nelle prossime settimane sarebbe dovuto andare in pensione. Invece la moglie Rosalba aveva lasciato il lavoro già da tempo, mentre la figlia 34enne prestava servizio presso una casa di riposo di Orvieto ed era nota nelle cittadina umbra per il suo impegno in diverse associazioni di volontariato.

Una famiglia tranquilla, anche se pare che negli ultimi tempi il 67enne avesse iniziato a soffrire di alcuni problemi psichici.

Ora le indagini – coordinate da Marco Stramaglia, sostituto procuratore di Terni – dovranno chiarire cosa sia realmente accaduto nella notte tra mercoledì e giovedì.

Una prima ricostruzione dei fatti

Quando i vigili del fuoco hanno sfondato la porta dell’abitazione in vico Sant’Antonio, poco distante dalla caserma dei carabinieri, si sono trovati davanti ad una scena spaventosa.

Secondo le prime ricostruzioni dei militari dell’Arma, Carletti avrebbe impugnato uno dei fucili che deteneva regolarmente, essendo appassionato di caccia, per compiere la strage nel giro di pochi minuti.

Inizialmente avrebbe sparato alla moglie mentre la donna era in bagno, colpendola mortalmente al petto. Poi si sarebbe recato in cucina, dove la figlia era impegnata in alcune faccende domestiche, ed avrebbe fatto fuoco anche contro di lei.

Infine si sarebbe chiuso nel ripostiglio dell’appartamento, dove avrebbe rivolto il fucile contro sè stesso, mirando all’altezza del mento e premendo il grilletto.

Gli inquirenti hanno trovato vicino al corpo esanime l’arma, insieme ai bossoli delle cartucce. Al momento si ignora cosa possa avere scatenato la follia dell’uomo: a quanto pare il 67enne non avrebbe lasciato nessun biglietto per spiegare il gesto. Maggiori risposte potranno arrivare dalle autopsie sulle salme, che sono state trasferite presso l’obitorio dell’Ospedale di Terni per essere esaminate.