Rimane senza nome il killer di Daniela Roveri, manager d'azienda di Bergamo. A tre anni dall'omicidio, il caso si chiude con un nulla di fatto: l'inchiesta, su richiesta del pm, è stata archiviata. La donna (48 anni), fu uccisa la sera del 20 dicembre 2016 nell'androne del condominio dove viveva con la mamma, nel quartiere di Colognola. Durante le indagini, che hanno coinvolto anche i Ris, sono stati raccolti numerosi indizi, ma nessuna vera prova.

Inchiesta archiviata

"Chi ha ucciso Daniela Roveri?" Questa inquietante domanda sembra destinata a rimanere senza risposta.

Il pubblico ministero di Bergamo Fabrizio Gaverini, dopo due anni di proroga delle indagini ("ereditate" dal collega Davide Palmieri), ha chiesto ed ottenuto l'archiviazione del caso. A prescindere dalla decisione del Gip, ovviamente, qualora in futuro dovessero emergere ulteriori elementi di rilievo, l’inchiesta verrebbe subito riaperta.

Daniela Roveri, era una manager affermata e molto apprezzata: era dirigente dell'Icra Italia (azienda specializzata nella produzione di articoli in ceramica a San Paolo d'Argon, sempre in provincia di Bergamo) ed è stata uccisa martedì 20 dicembre 2016. Poco dopo le 20, mentre rientrava dalla palestra nella sua abitazione al civico 11 di via Keplero, venne aggredita alle spalle ed uccisa con una coltellata alla gola.

Un fendente solo, molto profondo e preciso: un lavoro da professionisti, eseguito senza lasciar tracce e senza far sanguinare immediatamente la ferita.

Le indagini

Il killer si dileguò in pochi minuti, sfuggendo alle numerose telecamere presenti nel quartiere di Colognola. Il corpo della donna, invece, venne ritrovato, poco più tardi, da un condomino che diede l'allarme.

Subito, vennero avviate le indagini - che vennero affidate alla Squadra mobile della questura di Bergamo - ma nonostante in questi tre anni si siano battute diverse piste (dal movente passionale alla rapina, passando per eventuali rivalità lavorative) e si sia passata al setaccio la vita privata, sentimentale e lavorativa di Daniela Roveri, ad oggi l'attesa svolta non è mai arrivata.

La borsa della manager non è mai stata ritrovata e neppure l'Iphone che era al suo interno (che, però, per qualche giorno è rimasto acceso).

Gli uomini del Reparto Investigazioni Scientifiche si sono a lungo concentrati su due tracce di Dna maschile rinvenute su una guancia e sotto le unghie della donna. I genetisti sono riusciti ad individuare da quel materiale organico l’aplotipo Y, ossia la componente per linea maschile del Dna; ad un certo punto delle indagini era emerso anche un "filo rosso" che collegava il delitto di Colognola con l'omicidio di Gianna Del Gaudio, residente nella vicina Seriate. L’aplotipo Y, infatti, era identico a quello isolato sul guanto di lattice ritrovato inseme al coltellino cutter utilizzato per uccidere la professoressa. Gli investigatori, però, sottolineando che si tratta di un aplotipo diffuso, hanno escluso che il killer fosse la stessa persona.