Non è la prima volta che alcuni alimenti vengono ritirati dal mercato a causa di contaminazioni di origine microbiologica e questa volta sembra essere toccato ad alcuni lotti di uova venduti sul mercato con marchio Conad ed Amadori. Secondo quanto riportato sul quotidiano digitale de La Repubblica, già nei giorni scorsi erano stati diffusi alcuni avvisi in merito proprio alla suddetta situazione. Il provvedimento, secondo quanto riferito, riguarda alcuni lotti dell'alimento in questione che sono stati prodotti dall'azienda agricola "Olivero Claudio" all'interno della provincia di Cuneo e rivenduti sul mercato grazie ad importanti marchi come Amadori, Cascina Italia e Verso Natura Conad.

Si tratta di un provvedimento importante atto a salvaguardare la Salute dei consumatori.

Il ministero ritira alcuni lotti di uova a marchio Conad e Amadori

Il primo avviso da parte del Ministero della Salute, secondo quanto riportato dal sito "Genova24", era stato comunicato nella giornata dello scorso 9 gennaio 2020 ed il richiamo era relegato esclusivamente a 5 lotti di uova prodotte dall'azienda Olivero Claudio che, secondo le analisi, potevano essere state contaminate da Salmonella. A distanza di alcune settimane, e dopo ulteriori controlli, il provvedimento si è esteso ad altri lotti che venivano venduti sotto marchio Conad con numero di lotto pari a 5528139926 e scadenza prevista per giorno 8 febbraio.

Lo stesso numero di identificazione e la stessa data di scadenza sono riportate sulle confezioni da 4 con marchio Cascina Italia e Amadori.

Il provvedimento per il ritiro delle uova, la nota sul sito Amadori

L'argomento in questione sembra avere scosso non poche persone ed il rischio di contaminazione non è stato certamente preso alla leggera.

Sia il Ministero della Salute che le aziende in questione si impegnano giornalmente affinché la salute dei consumatori venga salvaguardata. Lo stesso gruppo Amadori, sul proprio sito web, ha riportato una nota con la quale cerca di esporre al meglio la situazione e spiegare nel dettaglio le motivazioni che hanno reso necessario l'intervento da parte del Ministero ed il celere ritiro dei lotti da parte dei vari supermercati.

Secondo quanto comunicato, GESCO srl ha immediatamente interrotto ogni tipologia di rapporto con l'allevamento in questione evitando così il trasporto di ulteriori alimenti prodotti all'interno dell'azienda.

Non solo le uova sono state interessate dal ritiro

Un ulteriore richiamo, che sembra affiancarsi a quello dei prodotti sopracitati, è stato reso necessario anche per quanto riguarda il formaggio "Puzzone di Moena". L'alimento in questione viene prodotto dalla ditta Aldi ed etichettato con marchi come "Regione che vai" e Trentin Spa. I lotti che identificano il Puzzone di Moena ritirato dal mercato sono il 21324N affiancato al 21324A ed al 21324. La motivazione che ha reso necessario questa tipologia di provvedimento è stata la probabile contaminazione da parte del batterio riconosciuto con il nome di Listeria Monocytogenes.

Tutti i consumatori che hanno acquistato i lotti sopracitati, sia per quanto riguarda il formaggio che per quanto riguarda le uova stesse, sono invitati a non consumarli ed a riportarli il prima possibile all'interno del punto vendita in cui sono stati acquistati.

Cosa causa il batterio della Salmonella nell'organismo

L'infezione che questo determinato batterio causa nell'organismo di un essere vivente prende il nome di Salmonellosi e ciò che può conseguirne non è assolutamente da prendere alla leggera.

I principali, nonché primissimi e più lievi, sintomi sono semplicemente diarrea, nausea, febbre e forti crampi addominali che potrebbero essere tranquillamente scambiati per una semplice influenza o addirittura per una indigestione.

Nei casi più gravi, soprattutto se il batterio colpisce un organismo già debilitato di suo, potrebbe addirittura causare setticemia e portare a problematiche ben peggiori come la meningite.

I sintomi compaiono, solitamente, dopo circa 12 ore dall'ingestione dell'alimento infetto e si protraggono per non oltre una settimana. Ovviamente è sempre utile consultare il medico ed evitare le cure "fai da te".