Un grave lutto per la Boxe italiana connesso con l'emergenza sanitaria in atto e con la zona del Paese attualmente più colpita. Angelo Rottoli si è spento all'età di 61 anni, l'ex pugile si trovava ricoverato al Policlinico di Ponte San Pietro, nel bergamasco, e la sua purtroppo è una tragedia familiare: nelle ultime settimane erano morti sia la madre che il fratello di Angelo, anche lui purtroppo era risultato positivo al test sul Coronavirus.

La carriera: dal titolo italiano al mondiale contro De Leon

Nato a Presezzo, in provincia di Bergamo, il 14 dicembre del 1958, Rottoli aveva fatto il suo esordio da professionista nel dicembre del 1981 pareggiando il suo primo match disputato sulla distanza delle sei riprese contro Damien Marignan. La sua carriera era poi andata in rapida ascesa con una lunga serie di vittorie: nel 1983 era diventato campione italiano dei pesi massimi battendo per TKO al palasport di Bergamo Daniele Laghi. Aveva difeso il titolo tricolore quattro volte, in mezzo anche un'esperienza negli USA nell'aprile del 1985 quando in una riunione ad Atlantic City superò ai punti in otto round Juan Quintana.

Poi una serie di combattimenti che gli permettono di salire l'asticella fino al fatidico 21 febbraio del 1987 quando ha la sua chance per il titolo mondiale WBC dei pesi massimi leggeri. Si combatte nella sua Bergamo e l'avversario è di quelli proibitivi, Carlos De Leon che lo batte per TKO alla quinta ripresa infliggendogli la prima sconfitta della carriera. Il pugile portoricano, stranezze del destino, è deceduto proprio all'inizio di quest'anno (il giorno di Capodanno) dopo una lunga serie di problemi di salute che lo avevano minato negli ultimi anni.

La scalata al titolo europeo

Angelo non si perde comunque d'animo, consapevole di aver ceduto in una chance mondiale contro uno dei migliori pugili della categoria.

Non avrà più l'occasione di combattere per una corona iridata, ma riuscirà lo stesso a ritagliarsi il suo orticello a livello continentale. Riprende a combattere cinque mesi dopo la sconfitta con De Leon e si guadagna nell'agosto del 1988 la possibilità di incrociare i guantoni con Bash Alì a San Pellegrino Terme con un palio il titolo internazionale WBC: vincerà ai punti al termine delle dodici riprese, match che lo lancerà quasi un anno dopo alla conquista del titolo europeo dei cruiser. Nella circostanza, il 26 maggio del 1989, batte per TKO in cinque round il norvegese Magne Havnaa. Il suo regno continentale sarà di breve durata, l'11 novembre dello stesso anno lascerà la cintura nelle mani di Anaclet Wamba a Città di Castello, perdendo ai punti con verdetto non unanime in 12 round.

Torna sul ring un anno dopo affrontando a Milano Daniel Eduardo Neto e anche in questo caso deve arrendersi per verdetto: deciderà dopo questa sconfitta di appendere i guantoni al chiodo. Il suo personale in 34 combattimenti da professionista è stato di 29 vittorie di cui 15 prima del limite, 3 sconfitte e 2 pari.