Il virus è presente nell'aria. Più precisamente, ne sono state rinvenute tracce nel particolato atmosferico, ovvero nelle PM10 (Acronimo di Particulate Matter 10, in cui il numero indica il diametro della particella in micron). A dirlo sono i ricercatori della Società Italiana di Medicina Ambientale, SIMA, i quali hanno eseguito uno studio approfondito con le università di Bari, Trieste e con la Federico II di Napoli. Dalle verifiche è emerso che le tracce del SarsCoV-2 sono presenti anche nel particolato atmosferico, e si è rilevata anche la presenza di geni specifici, i quali sono stati utilizzati come marcatori del virus.

Il gruppo di ricerca, coordinato da Leonardo Setti, ha spiegato che sono stati analizzati ben 34 campioni di PM10 nell'aria intorno ad alcuni siti industriali vicino alla città di Bergamo, che è una delle zone più colpite dalla Covid-19. Le rilevazioni sono andate avanti in maniera pressoché ininterrotta dal 21 febbraio al 13 marzo.

Gianluigi De Gennaro: 'Non si può parlare di una nuova via di contagio'

Sul caso è intervenuto anche Gianluigi De Gennaro, che fa parte del team dell'Università degli Studi di Bari, il quale ci ha tenuto a chiarire che questa ricerca non dimostra affatto che il particolato atmosferico sia una via di contagio. Certamente, però, non è un particolare da escludere, in quanto ciò sarebbe un buon indicatore per verificare la diffusione del patogeno all'interno di ambienti chiusi o particolarmente affollati, come ad esempio gli ospedali.

Gli scienziati hanno accertato, in maniera attendibile, che le goccioline di saliva, chiamate anche droplet in inglese, possono arrivare anche fino a 7 - 10 metri di distanza. Nella "fase 2", comunque, secondo gli studiosi sarebbe utile tenere sotto controllo il livello di PM10 nell'atmosfera, soprattutto nelle grandi città, in modo da prevedere una nuova crescita della curva epidemica per tempo.

La pianura Padana una delle aree più inquinate d'Europa

L'Agenzia Europea per l'Ambiente, già negli scorsi anni ha dimostrato di come l'area della pianura Padana sia una tra le più inquinate del nostro Paese e, a livello generale, è forse una delle zone più inquinate di tutto il "Vecchio Continente". L'epidemiologo Prisco Priscitelli, sottolinea come già di per sé dannoso vivere in tali condizioni ambientali: alti livelli di inquinamento possono produrre patologie respiratorie più o meno gravi, soprattutto nelle persone più anziane.

Per il SIMA, è arrivato il momento di affrontare seriamente il problema della diffusione di polveri sottili nell'aria, e anche del PM10. Ci vorranno sicuramente altri studi a conferma di quanto scoperto dai ricercatori, ma per il momento, se si vuole tornare ad avere una vita sociale pressappoco uguale a quella degli scorsi mesi, non si potrà prescindere dall'uso delle mascherine e, in generale, da dispositivi di protezione individuale. Solo così la distanza interpersonale di due metri potrà rivelarsi un margine più che sicuro.