Il 19 agosto sono stati rinvenuti dei resti umani nelle campagne di Caronia che potrebbero appartenere a Gioele, il figlio dei dj Viviana Parisi e Daniele Mondello. Ad effettuare la triste scoperta è stato un carabiniere in pensione, Giuseppe Di Bello, che ha risposto all'appello del padre di Gioele su Facebook, e quella mattina si è offerto di setacciare i boschi insieme a lui e ad altri 200 volontari. Dalla questura di Messina, Daniele Mondello ha commentato: "Le ricerche sono state davvero un fallimento. Un volontario ha trovato Gioele in cinque ore, 70 uomini esperti in neanche 15 giorni".
Le scarpine di Gioele
Giovedì pomeriggio, il marito di Viviana Parisi si è recato nella caserma Calipari per il riconoscimento degli indumenti ritrovati accanto ai resti umani nel bosco di Caronia. "Quelle scarpette blu per Gioele le avevamo comprate insieme, io e Viviana", ha detto Daniele Mondello davanti ai poliziotti della scientifica, mentre gli mostravano una busta trasparente contenente i 'reperti' recuperati il giorno prima. In questura, l'uomo si è dovuto sottoporre anche a un prelievo per il test del Dna , insieme al padre di Viviana, Luigino Parisi. Il risultato di questi esami è utile a stabilire se i resti ritrovati nelle campagne di Caronia appartengano al piccolo Gioele.
Le dichiarazioni del procuratore
Intanto dilagano le polemiche sul procuratore di Patti Angelo Cavallo per il ritardo nel ritrovamento dei resti. "La credibilità dello Stato ne esce fortemente compromessa", ha dichiarato il legale (e cugino) di Daniele, Claudio Mondello.
"Rispetto l'opinione di chi vive un dolore immenso, ma non ho visto inefficienza dello Stato", si è difeso in questo modo il procuratore Angelo Cavallo dalle accuse sollevate da Daniele Mondello e il suo legale in merito alle ricerche.
Il procuratore ha anche spiegato che il caso si è rivelato "intricato, con una serie di variabili indefinite" e che fin dall'inizio sarebbero state vagliate tutte le ipotesi, raccogliendo "un tassello dopo l'altro". E ha specificato che grazie ai suoi appelli pubblici, il tredicesimo giorno dall'incidente si sono fatti avanti i testimoni del Nord, che sarebbero stati gli ultimi a vedere il 3 agosto Viviana Parisi e il figlio allontanarsi verso i boschi, dopo l'incidente.
E ora il procuratore di Patti fa un ulteriore appello: "Riteniamo di aver ricostruito cosa abbia fatto Viviana prima di arrivare nella galleria dell'autostrada, ma chiunque l'abbia vista a Sant'Agata di Militello ci fornisca informazioni". Angelo Cavallo ha avanzato la questione che in Sicilia qualcuno possa aver "paura" di parlare, ma vorrebbe ascoltare tutte le testimonianze, in modo tale da non escludere alcuna ipotesi, precisando: "Potrebbero aprirsi scenari nuovi".