L’ennesima tragedia che colpisce il mondo del base jumping, sport estremo con molti appassionati in Italia, è avvenuta nella mattinata di Ferragosto. Luogo dell’incidente è stata la Val Badia, in Alto Adige, dove un giovane è precipitato dopo aver compiuto un lancio con la tuta alare dal Piz da Lec, sopra il paese di Corvara in Badia.
Il base jumper deceduto dopo essersi schiantato al suolo è Simone Rizzi, 33 anni, residente a Seveso, in provincia di Monza e Brianza. Purtroppo i soccorritori arrivati sul posto non hanno potuto far altro che constatare che per lo sportivo ormai non c’era più nulla da fare.
Le prime ricostruzioni sulla dinamica dell’incidente al base jumper
Secondo le prime ricostruzioni della tragedia, apparse sulla stampa locale, l’incidente sarebbe accaduto verso le 11 di mattina: il base jumper – dopo essere salito con un amico fino a 2.900 metri di altezza sul pizzo del gruppo del Sella, nelle Dolomiti – si sarebbe lanciato nel vuoto con la sua tuta alare per sorvolare la Val di Mez. Ma qualcosa non avrebbe funzionato nel dispositivo.
In particolare Rizzi avrebbe avuto dei problemi nell’azionare il meccanismo che rallenta il volo: così il giovane sarebbe precipitato, schiantandosi al suolo. Immediatamente un amico, che era presente al momento del lancio, ha allertato i soccorsi.
Il personale sanitario, trasportato sul posto da un elicottero dell’Aiut Alpin Dolomites, ha constatato che il 33enne era deceduto sul colpo, dopo la drammatica caduta.
Alle operazioni hanno preso parte anche gli uomini del soccorso alpino e i carabinieri di Corvara in Badia. E saranno proprio i militari dell’Arma a indagare su quanto accaduto: bisognerà in primo luogo stabilire che cosa sia andato storto nel lancio, se ci sia stato un errore umano, oppure sia stato l’equipaggiamento del base jumper a non funzionare.
Il base jumping, uno sport estremo che ogni anno fa vittime
Il base jumping è uno sport estremo che consiste nel lanciarsi nel vuoto da varie superfici, come rilievi naturali, ponti ed edifici vari, utilizzando per atterrare un paracadute o una tuta alare. A causa dell'elevata pericolosità, molti Paesi nel corso del tempo hanno scelto di dichiarare illegale questa attività; in effetti i decessi provocati dal base jumping tra il 1981 e il 2019 sarebbero stati circa 400 nel mondo.
Tuttavia, con la diffusione delle tute alari, è notevolmente aumentato il livello di sicurezza dei lanci, anche se continuano a registrarsi delle vittime. Pure in Italia questa disciplina ha trovato molti appassionati; tuttavia anche da noi si contano ogni anno diversi incidenti mortali.