Grande partecipazione e commozione ieri, 26 settembre, ai funerali di Eleonora Manta, 30 anni, e Daniele De Santis, 33, i fidanzati uccisi a Lecce da mano finora ignota lo scorso 21 settembre. Le esequie si sono svolte separatamente. A Seclì, quelle di Eleonora, funzionaria dell'Inps che sognava di entrare in magistratura. A Lecce, invece, c'è stato l'ultimo saluto all'arbitro di serie B e C che era anche un amministratore di condominio.
Fidanzati uccisi, l'ultimo saluto
Inizialmente si era pensato ad un unico funerale per i due fidanzati uccisi.
Da poco erano andati a convivere nella casa di via Montello dove sono stati assassinati con 60 coltellate, inferte forse con una lama da sub o un coltello da macellaio, non si sa né da chi né perché. Le norme anti-Covid, hanno imposto di celebrare due funzioni separate, anche per consentire la partecipazione ad un maggior numero di persone.
In mattinata, nel duomo di Lecce, si è svolto il funerale di Daniele, che è stato vestito con la sua divisa da arbitro. Il vescovo, monsignor Michele Seccia, ha lanciato un appello: "Chiediamo ravvedimento di chi ha commesso questo gesto: l'assassino si costituisca". Nell'omelia, ha auspicato che la giustizia possa fare il suo corso e che "si spenga la vigliaccheria di chi ha commesso questo gesto e ora non si manifesta".
All'appello del prelato, si è aggiunto quello del sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, che è intervenuto attraverso la sua pagina Facebook: "Chi si è macchiato di questa violenza efferata, si consegni alle forze dell’ordine, risparmiando alle famiglie e ai tanti amici di Daniele ed Eleonora almeno la sofferenza dell’incertezza sullo svolgimento dei fatti", ha detto.
Alla famiglia dell'arbitro, monsignor Seccia ha chiesto di non coltivare il pensiero della vendetta perché "nessuno può farsi giustizia da solo". I colleghi arbitri hanno indossato maglie con la foto di Daniele e la scritta: "Fai buon viaggio e riposa se puoi". All'uscita del feretro, l'hanno salutato con tre fischi, proprio come alla fine di una partita di calcio.
All'aperto, sulla piazza di Seclì, dove abita la mamma che l'ha voluta vestire con l'abito da sposa, si è svolto il funerale di Eleonora altrettanto partecipato. Anche il parroco don Antonio Bruno si è rivolto all'assassino: "Non ci sarà un posto sulla terra dove potrai nasconderti, avrai sempre davanti agli occhi i fantasmi di Eleonora e Daniele. Convertiti, consegnati alla giustizia se sei un uomo".
Fidanzati uccisi, le indagini
La svolta che sembrava vicina ancora non c'è stata. Le indagini proseguono nel più stretto riserbo per catturare l'assassino. Chi ha ucciso i fidanzati non voleva lasciare alcuna traccia ed è fuggito col favore della scarsa illuminazione del quartiere, ma potrebbe aver commesso alcuni errori, lasciando indizi compromettenti.
Nel cortile del condominio della mattanza, sono stati trovati frammenti di guanti di lattice che saranno analizzati dai carabinieri del Ris di Roma. Sul pavimento del pianerottolo condominiale sarebbero state trovate impronte di scarpe insanguinate.
Inoltre, nella fuga avrebbe perso una manciata di biglietti imbrattati di sangue e trovati dai carabinieri. L'omicidio sarebbe stato premeditato perché un biglietto contiene una mappa disegnata a mano del percorso da seguire per eludere le telecamere del centro storico di Lecce ed arrivare in via Montello evitando registrazioni video. Altri biglietti che sembravano illeggibili, conterrebbero appunti dell’omicida, come una sorta di promemoria procedurale.
Tanta premura per schivare l'occhio elettronico, non ha evitato all'assassino di essere ripreso, sia pure per pochi secondi, da una telecamera installata nei pressi del sottopasso di via Monteroni. Nelle immagini, si vede un uomo alto e snello allontanarsi a piedi la sera del delitto in direzione opposta a quella dell'abitazione dei fidanzati uccisi, in un punto poco distante dal condominio di via Montello. L'uomo del fermo immagine, cappuccio di una felpa ad occultargli il viso e zainetto, corrisponderebbe alla descrizione fatta dai testimoni che l'hanno visto scappare dopo il duplice omicidio. Alle testimonianze dei condomini, si sono aggiunte, infine, quelle di due ragazzi: hanno incrociato a piedi il presunto assassino e hanno notato che ha accelerato il passo e si è spesso voltato indietro come per timore d'essere inseguito.
Fidanzati uccisi, al vaglio i pc
I carabinieri hanno sequestrato i pc dei fidanzati uccisi ed hanno acquisito i loro smartphone. Al vaglio, anche il computer che Eleonora utilizzava al lavoro presso la sede dell'Inps a Brindisi, e le celle telefoniche della zona di via Montello. L'ipotesi investigativa è che entrambi, o almeno uno di loro, potessero conoscere chi li ha uccisi. Prima di morire, Eleonora avrebbe urlato anche un nome.