Un bambino di 11 anni ha perso la vita precipitando dal decimo piano della palazzina in cui abitava a Napoli. Prima di lanciarsi nel vuoto, il ragazzino avrebbe lasciato un biglietto per sua madre, gli inquirenti indagano adesso per istigazione al suicidio. Si ipotizza che la vittima fosse caduta in una delle trappole virtuali che coinvolgono diversi bambini.

Perde la vita a soli 11 anni lanciandosi nel vuoto

Una storia drammatica ha coinvolto un bambino di 11 anni. Secondo le prime ricostruzioni, il ragazzino si sarebbe lanciato nel vuoto ieri sera, intorno alla mezzanotte del 29 settembre.

I fatti si sono svolti a Napoli, in via Mergellina, una zona ai piedi della collina di Posillipo. La caduta dal decimo piano della palazzina in cui abitava con la famiglia, si è rivelata fatale per l'undicenne. I genitori si erano allarmati poco prima, quando non trovandolo nel suo letto avevano iniziato a cercarlo, facendo poco dopo l'amara scoperta.

Sul posto sono giunti i medici del 118 che nonostante gli sforzi non hanno potuto salvare il bambino, caduto su un ballatoio interno al cortile. Gli inquirenti, adesso, dovranno ricostruire la dinamica dei fatti per spiegare il terribile gesto che per il momento appare volontario. Secondo quanto dicono gli ultimi aggiornamenti, infatti, la madre del bambino avrebbe ritrovato un biglietto in cui il figlio le chiedeva scusa.

Il biglietto ritrovato dalla madre parla di una forte paura

Al centro delle indagini degli inquirenti c'è l'istigazione al suicidio, ed è proprio dal biglietto che avrebbe lasciato il bambino che si partirà con la ricostruzione. A quanto pare, dalle testimonianze raccolte, l'undicenne era perfettamente integrato e conduceva una vita serena.

Nel biglietto, il bambino allude però ad un uomo nero e ad uno stato di paura che avrebbe vissuto negli ultimi tempi. "Scusa mamma, ho paura dell'uomo nero": questo è quanto avrebbe scritto l'undicenne prima di lanciarsi nel vuoto. Gli inquirenti non escludono la pista dei "challenge dell'orrore", dei giochi on line che comprendono atti di autolesionismo.

Il bambino potrebbe essere stato vittima di una di queste trappole virtuali che prevedono, talvolta, anche il suicidio. Il telefono cellulare e lo smartphone dell'undicenne sono stati sequestrati per una verifica da parte degli investigatori. Si cercano quindi messaggi che potrebbero essere legati a delle pericolose prove da superare. Numerosi casi simili sono spesso segnalati alla Polizia Postale e non sono fenomeni rari tra i ragazzini. L'ipotesi più accreditata da parte degli inquirenti resta il coinvolgimento di una terza persona che avrebbe potuto spaventare il bambino fino all'insano gesto.