L'alunno non vuole indossare la mascherina in classe e il professore lo schiaffeggia. L'episodio è accaduto mercoledì 7 ottobre in un'aula dell'istituto artistico Pomponio Leto di Teggiano, in provincia di Salerno. L'accaduto, forse, non avrebbe avuto la risonanza mediatica che ha 'conquistato' nel giro di poche ore, se non fosse stato ripreso da almeno due compagni di classe del ragazzo attraverso i propri telefonini. I video, della durata di pochi secondi, sono finiti in Rete.

Salerno: 'Sbaglio io e sbagli pure tu', il prof assale l'alunno

'Sbaglio io e sbagli pure tu': sono le parole gridate da un professore in un'aula prima di dare un ceffone a un alunno per poi strattonarlo afferrandolo per i capelli.

L'episodio si è verificato in una classe terza dell'istituto Leto di Teggiano, comune nel vallo di Diano. La scena diffusa sulle chat WhatsApp di studenti e genitori e, a seguire, su altri social, è stata ripresa da più di un'angolazione.

Secondo quanto riferito da fonti studentesche, sembrerebbe che tutto sia nato da un diverbio tra il docente e l'alunno, originario di Sala Consilina, in merito all'opportunità di indossare o meno in aula la mascherina anti-Covid. Lo studente avrebbe sostenuto di non essere obbligato a indossarla perché avrebbe mantenuto la distanza di almeno un metro dal suo compagno. Il professore avrebbe obiettato, intimandogli di metterla. Secondo gli studenti, il professore sarebbe arrivato alle mani proprio quando l'alunno con cui era nato l'alterco, si accingeva ad indossarla, sia pure con lentezza, per accontentarlo.

Non è dato sapere come siano andate le cose. Si può ipotizzare che ci sia stata una discussione molto animata per culminare nella risposta fisica del docente che, nelle immagini, è in piedi accanto alla sedia dello studente. Un antefatto già acceso spiegherebbe la presenza di più alunni in classe pronti ad aspettarsi il peggio e a riprendere la scena con telefonini accesi, mentre nelle classi di solito restano spenti.

Come siano andati i fatti lo stanno accertando i carabinieri della Compagnia di Sala Consilina che hanno immediatamente avviato le indagini di concerto con la procura della Repubblica di Lagonegro.

Salerno, presa di posizione della dirigente scolastica

Condanna totale nei confronti del docente, vicinanza e solidarietà verso l'alunno che ha subito il comportamento violento posto in essere dall'insegnante.

La dirigente scolastica, Maria D'Alessio, appena venuta a conoscenza dell'episodio, ha chiamato i carabinieri e ha stigmatizzato l'episodio definito "gravissimo ed ingiustificabile". La dirigente ha riferito che quando le hanno fatto vedere le immagini incriminate, non voleva credere ai suoi occhi. Ha annunciato che la scuola si costituirà parte civile in un eventuale contesto giudiziario.

"Non so cosa abbia potuto scatenare un comportamento così assurdo e insensato che non è giustificabile nella maniera più assoluta e che la scuola condanna senza se e senza ma". Finora l'istituto non ha presentato ufficialmente denuncia. Il professore potrebbe essere sospeso dall'insegnamento e indagato per abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, reato perseguibile d'ufficio.

Salerno, la condanna del centro antiviolenza

L'episodio, oltre che da studenti e docenti, è stato condannato anche dal centro antiviolenza di Aretusa di Atena, altro comune della provincia di Salerno che si trova nel Vallo di Diano. Il centro è impegnato in attività di sensibilizzazione e prevenzione in contesti familiari, sociali e anche scolastici. "Quello che abbiamo avuto il dispiacere di vedere nel video, non è altro che la chiara manifestazione di una cultura patriarcale basata sull’intimidazione, sulla paura, sull’autorità a scapito dell’autorevolezza", ha detto la psicologa Caterina Pafundi, responsabile del Centro Antiviolenza.

Secondo la psicologa, "l'abitudine passiva ad atteggiamenti violenti, la ricerca di responsabilità e il richiamo ai tempi in cui il sentimento della paura era la conseguenza dello pseudo rispetto ottenuto a qualsiasi costo, sono espressione di una cultura violenta che favorisce il dilagare di comportamenti sbagliati nelle giovani generazioni. La scuola, così come la famiglia, sono gli ambienti embrionali in cui si forgiano le giovani menti e i giovani cuori".