I schusspiattisti. Questo è l'assurdo movimento nato a seguito di una strampalata protesta social sui Mondiali di Sci a Cortina iniziati da pochi giorni. Alcune persone hanno contestato incredibilmente la presenza di tracciati piuttosto pianeggianti e poco ripidi. Insomma piste poco impegnative per dei veri e propri professionisti e il dubbio nasce tutto dalla immagini televisive che annullerebbero la percezione della prospettiva, ingannando il telespettatore. Giornalisti ed ex campioni di sci si sono spesi subito per contrastare e fare ironia su questa assurda teoria.

Quest'anno i mondiali di sci, come qualsiasi altro evento sportivo, vengono svolti a porte chiuse, secondo quanto stabilito dalle norme anti-Covid. Per questo motivo le tante persone appassionate di sci sono costrette a guardare da casa i loro idoli e, discesa dopo discesa, hanno notato che forse le piste non sono così ripide e difficoltose da rientrare in un mondiale di sci per professionisti.

Gli schusspiattisti contestano le piste poco ripide di Cortina

La teoria di coloro che negano l'esistenza di tratti sciistici con ripide pendenze, prende il via dalle immagini televisive. Sostanzialmente queste persone, ingenuamente, si basano sulle ricognizioni della telecamera sul casco, che mostrano spesso qualcosa di più semplice.

Queste ricognizioni vengono effettuate dagli ex campioni. Quelle per la Rai le fanno Daniela Ceccarelli, campionessa nel superG del 2002 e Max Blardone, ex gigantista da 25 podi e sette vittorie nello sci alpino. Inoltre i sostenitori di questa teoria affermano che alcune discese sono impossibili da percorrere per un umano, poiché risultano molto pericolose.

A confutare queste loro idee è intervenuto Carlo Vanzini, telecronista della Formula 1 e grande appassionato di sci. Secondo lui queste dichiarazioni derivano dal fatto che la telecamera spesso allarga l'immagine e rende piatta la visuale, non dando la percezione della profondità di quello che viene ripreso. Non c'è dubbio che a Cortina sono presenti tratti abbastanza facili e pianeggianti, ma, non bisogna mai distrarsi nemmeno in queste situazioni.

Basta un minimo errore per compromettere la buona riuscita della gara.

I tratti ripidi ci sono e non sono accessibili a tutti

Per eliminare dubbi e perplessità ai sostenitori di questa teoria, bisognerà metterli di fronte all'evidenza, e quindi farli tornare ad assistere alle gare di Coppa del Mondo di sci nei parterre o sui pendii, quando il Covid lo consentirà. Ne è convinto di questo proprio Max Blardone: ''È dal vivo e non dal divano di casa che ti rendi conto di certe cose". Solo andando sul campo, infatti, si potrà toccare con mano la realtà la reale difficoltà di una pista sciistica. Addirittura alcuni tratti vengono chiusi agli sciatori turistici, perché molto pericolosi, come il muro finale di Adelboden. Viene preparato soltanto durante le gare di slalom e gigante e percorso solo dai professionisti.