La Corte Costituzionale si è pronunciata sulla richiesta del Tribunale di Bolzano, circa la questione di legittimità della norma, secondo la quale, in presenza di contrasti tra genitori, i figli debbano comunque assumere solo ed esclusivamente il cognome paterno. La corte si è chiesta infatti se in mancanza di accordo tra i genitori, prevalga comunque il cognome del padre, da trasmettere ai figli.

'La questione di legittimità costituzionale'

Potremmo essere di fronte ad uno spartiacque davvero epocale, all'interno del diritto di famiglia, branca legale, da sempre, molto discussa e complessa oggetto di numerose riforme.

L'elemento innovativo, rispetto al passato, starebbe nel riuscire a dirigersi in modo concreto verso la parità di genere tra uomini e donne. Rendere possibile attribuire il cognome non solo del padre, ma anche della madre, ad un figlio, i cui genitori non siano più in accordo. Questo equivarrebbe a smantellare uno dei più atavici retaggi della mentalità patriarcale, che ha nella nostra storia si è posizionato alla base della formazione di una famiglia. A dichiarare ciò, è la Corte Costituzionale, dando seguito all'istanza del Tribunale di Bolzano, circa la norma prevista dal comma I dell'art. 262 del codice civile, la quale prevede, laddove non vi sia accordo tra i genitori, la sola possibilità di trasmettere al figlio solo il cognome paterno.

'Il richiamo alla sentenza della Corte di Strasburgo'

La Consulta riprende nella sua ordinanza, una sentenza della Corte di Strasburgo del 2014, che ha definito il sistema Italiano come 'estremamente rigido nel far prevalere il cognome paterno su quello materno, determinando quindi una discriminazione ingiustificata tra i genitori, rispetto all'importanza di entrambe le figure nella vita privata e familiare'.

Quindi, la pronuncia della Corte Costituzionale, incoraggia ad eliminare le incrostazioni sedimentatasi nei decenni in cui era fortemente radicata una sudditanza formale e sostanziale nei confronti dell'impostazione patriarcale della famiglia, richiamando espressamente gli artt. 2 e 3 della Costituzione, i quali dispongono l'effettiva parità tra i genitori, la pienezza dell'identità personale del figlio e la salvaguardia dell'unità familiare.

Già nel 2016, i giudici della Corte Costituzionale, avevano dichiarato come 'Indifferibile' l'intervento del legislatore per riformare in modo esaustivo e semplificato la questione del cognome da trasmettere ai figli. L'argomento dei cognomi richiede imprescindibilmente una normazione legislativa, che non è ammissibile procrastinare ulteriormente, tantomeno, delegare. Insomma, la Corte Costituzionale ha sdoganato un primo e concreto passo, verso la parità effettiva. Molto altro c'è ancora da fare.