Una vera e propria associazione a delinquere, specializzata nel traffico illecito di sostanze stupefacenti che venivano vendute – secondo quanto accertato dai Carabinieri – nel quartiere cagliaritano di “Mulinu Becciu”, utilizzato dalla banda come zona operativa. Nelle prime ore di questa mattina, 14 maggio, i militari del comando provinciale di Cagliari “hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per 14 persone”, si legge nelle carte della Procura. In manette sono finiti Fabio Lacu, 31 anni, (già in carcere per altri reati), Fabiana Eriu, 36 anni, Alberto Partolino, di anni 37, Gianmatteo Cuccu, 31 anni, Roberto Cadelano, 56 anni, Simone Bellu, di anni 34, Pier Paolo Eriu, 53 anni, Gabriele Durzu, di anni 29, Ambra Meloni, 40enne, Marcello Pintori, 35 anni, tutti cagliaritani ed il cittadino straniero Ben Aissa Selma, che di anni ne ha 34.

Un altro degli arrestati è invece tuttora latitante ed è ricercato dai carabinieri. Mentre altri due componenti sono finti ai domiciliari. La banda, composta da 14 persone, è accusata di associazione a delinquere specializzata nel traffico di droga, oltre che della detenzione e dello spaccio. Il tutto con l'aggravante di aver utilizzato diversi minorenni per trafficare le sostanze stupefacenti. Gli arresti sono stati effettuati dai carabinieri del comando provinciale dei carabinieri di Cagliari, con la collaborazione dei colleghi del nono battaglione Sardegna, del nucleo elicotteri di Elmas, del nucleo cinofili di Abbasanta e dello squadrone eliportato cacciatori di Sardegna. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari di Cagliari, su richiesta della Procura e della direzione distrettuale antimafia di Cagliari.

Il giro di droga fruttava anche 500mila euro all'anno.

Associazione a delinquere

La prima fase delle indagini ha avuto inizio nel mese di aprile del 2017 ed è terminata nel mese di settembre del 2019. Per poi avere un'ulteriore approfondimento tra i mesi di agosto e ottobre del 2020. I carabinieri, in questo lasso di tempo, hanno monitorato tutti gli “strani” movimenti nel quartiere cagliaritano di Mulinu Becciu, in particolare in un complesso edilizio conosciuto con il nome di “Case Parcheggio”.

Gli investigatori dell'Arma per mesi hanno tenuto sotto controllo i 14 arrestati e chi gravitava intorno a loro, attraverso intercettazioni ambientali, telefoniche e anche con l'uso di telecamere. In questa maniera hanno potuto accertare che la banda era specializzata nello spaccio di cocaina, hashish e marijuana proprio all'interno del complesso edilizio, costituito da nove palazzine.

Tutte raggruppate all'interno di un piazza a cui si accedeva passando sia da via Piero della Francesca che da Piazza delle Muse. Secondo i Carabinieri, a capo del sodalizio criminale c'era Fabiana Eriu, che avrebbe gestito il traffico illecito dalla sua abitazione. Tra l'altro utilizzando i figli minorenni con un ruolo base nella vendita della droga. Nella banda, i ruoli erano infatti ben definiti, c'era infatti il fornitore, l'addetto al taglio della droga, la vedetta, il custode e il corriere.

Cocaina e hashish

Gli investigatori dei carabinieri hanno appurato che la banda era molto attenta nel acquistare la droga dai fornitori. Volevano infatti stupefacenti di qualità, che poi avrebbero rifornito il mercato dello spaccio, soprattutto del quartiere cagliaritano di Mulinu Becciu.

I prezzi della droga infatti non erano alla portata di tutti. I panetti di hashish da 100 grammi, chiamati in gergo “saponette”, avevano infatti un prezzo variabile tra i 4 e gli 8 euro al grammo. Mentre la cocaina poteva costare anche 90 o 100 euro al grammo. Insomma, secondo i Carabinieri la banda era ben organizzata al punto che, anche durante il periodo del lockdown, il traffico di sostanze stupefacenti non sarebbe mai cessato. Fatto dimostrato dalle intercettazioni ambientali effettuate dai militari, che avevano piazzato all'interno dell'appartamento di uno dei capi una microspia. Nell'abitazione, in cui inizialmente vivevano Fabiana Eriu e Fabio Lacu, poi denunciato dalla donna per maltrattamenti, si sarebbe organizzato infatti tutto il traffico di droga.