Un anno e quattro mesi per maltrattamenti aggravati nei confronti dei figli di 2 e 6 anni. Questa la condanna inflitta ieri, 7 maggio, dal giudice monocratico del tribunale di Nuoro, Alessandra Ponti, ad una mamma originaria di Nuoro. I due bimbi, comunque, già da tempo erano stati dati in affidamento al padre. Il primo a rendersi conto dei maltrattamenti che i suoi figli subivano da parte della moglie. La sentenza è stata letta dal giudice dopo un'ora di camera di consiglio. Alla donna infatti è stata riconosciuta “la parziale incapacità di intendere e di volere”, si legge nelle carte messe nere su bianco.
Questo in seguito alla perizia, richiesta dall'avvocato difensore Marilena Patteri ed eseguita dal consulente di parte della difesa. Proprio per questo motivo la pena è stata ridotta rispetto ai 2 anni e 6 mesi che aveva richiesto il pubblico ministero Francesca Pala. La difesa della donna sperava in un'assoluzione “per insussistenza del fatto”. Secondo l'avvocato e il consulente di parte, l'imputata doveva essere assolta perché, purtroppo, andava incontro a momenti definiti dallo specialista di “amnesia dissociativa”. In pratica la donna, assumendo spesso psicofarmaci, secondo la difesa durante i momenti in cui maltrattava i bambini “era palesemente incapace di intendere e volere”. Di tutt'altro parere l'accusa.
Secondo il pubblico ministero infatti la donna in quei momenti era “pienamente capace” anche se, a fine requisitoria, ha poi riconosciuto all'imputata le attenuanti generiche rispetto alla pena contestata.
Violenze filmate dalle telecamere
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le violenze della donna nei confronti dei suoi figli di 2 e 6 anni risalgano al 2015.
Ad accorgersi di tutto quello che stava accadendo all'interno dell'abitazione è stato il padre dei bambini. L'uomo infatti aveva notato uno strano cambiamento d'umore dei suoi figli e, in più occasioni, aveva anche visto numerosi lividi sui loro corpi. Un fatto che l'aveva messo subito in allarme. Proprio per questo motivo l'uomo, uno odontotecnico nuorese che si è schierato parte civile con il suo avvocato Francesco Lai, aveva deciso di piazzare all'interno dell'abitazione diverse telecamere.
In modo da poter riprendere con tranquillità le scene di vita quotidiana e, nel caso, anche i maltrattamenti. Uno stratagemma che alla fine è tornato utile agli inquirenti, che nei filmati hanno veramente visto quello che accadeva all'interno dell'abitazione. Fotogrammi che hanno fatto capire in quale maniera i bambini si fossero procurati i lividi ma non solo. Il papà dei bimbi infatti in un'occasione si era accorto che la piccola di due anni aveva addirittura la spalla lussata. Mentre il figlio più grande aveva numerosi lividi sul collo. Insomma prove inconfutabili delle violenze ripetutamente subite dai due bambini.
La denuncia
Durante il processo sono state visionate le immagini riprese dalle telecamere piazzate all'interno dell'abitazione.
Filmati che hanno palesemente dimostrato le ripetute violenze subite da fratello e sorella. “Nelle immagini che abbiamo visionato – sottolinea il pubblico ministero Francesca Pala – si denota un gravissimo scenario di violenza. Si vede infatti la donna prendere a calci sui fianchi i bambini – assicura il pm – ma non solo, si nota anche il viso pasticciato della piccolina. Un escamotage utilizzato probabilmente dalla madre per nascondere i lividi provocati dalle botte. Per non parlare – conclude la donna – delle minacce che i due subivano per non raccontare al padre ciò che accadeva”. Proprio in questa occasione il padre dei due aveva deciso di denunciare la moglie che fu allontanata dalla casa di famiglia.
“La prova palese dei numerosi maltrattamenti – assicura l'avvocato di parte civile Francesco Lai – è nei filmati che sono stati visionati. Scene di ordinaria vita quotidiana e anche di assurda violenza della madre nei confronti dei figli. Vere vittime di tutta questa tragica situazione”.