Potrebbe essere arrivato a una svolta il caso di Sara Pedri, ginecologa scomparsa da Trento lo scorso 4 marzo. Ci sarebbe un corpo in fondo al lago di Santa Giustina, in val di Non. La dottoressa di Forlì, giovane e motivata, era arrivata in Trentino il 15 novembre 2020 per lavorare all'ospedale di Cles, dopo aver vinto un concorso per un posto.

Era stata subito trasferita nel reparto di ginecologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento.

Il giorno precedente la scomparsa, si era dimessa dall'ospedale di Cles dove nel frattempo era stata collocata.

Ginecologa scomparsa, ultime ricerche

La ginecologa 31enne è scomparsa senza lasciare alcuna traccia. La sera prima di svanire nel nulla, il fidanzato Guglielmo che vive a Cosenza le aveva inviato un sms al cellulare scrivendole 'ti amo'. Quel messaggio recapitato, però, Sara Pedri non lo ha mai letto. Sia il fidanzato che Emanuela Pedri, sorella della dottoressa, hanno pensato che possa essersi suicidata dopo che a marzo l'auto della 31enne è stata trovata ferma nel parcheggio di un vecchio albergo vicino al ponte di Mostizzolo, a circa 40 chilometri da Trento.

All'interno dell'auto, c'erano il telefonino, i documenti e alcuni indumenti.

Per le ricerche si sono mobilitati 250 uomini fra soccorso alpino, vigili del fuoco e carabinieri. I cani molecolari, specializzati nella ricerca di resti umani e tracce ematiche, avrebbero fiutato tracce su un parapetto del lago di Santa Giustina. Dopo aver annusato indumenti della donna scomparsa, i cani avrebbero portato i soccorritori in un punto non distante dal luogo dove è stata abbandonata l'auto, per poi fermarsi in corrispondenza di un dirupo di 50 metri.

Successivamente, portati in un punto del lago a bordo di un gommone dei vigili del fuoco, i cani da ricerca avrebbero fiutato un corpo nelle acque. Si attendono gli sviluppi delle perlustrazioni: le operazioni da parte di squadre di sub, sono rese difficili dalla scarsa visibilità del fondale del lago a causa di uno strato melmoso.

Inoltre, i cani potrebbero aver fiutato tracce di altre persone dal momento che la zona è tristemente nota per essere scelta da chi si toglie la vita. Già da mesi le ricerche si sono concentrate in quest'area. A marzo era stato scandagliato il torrente Noce che sfocia nel lago di Santa Giustina.

La convinzione della sorella

Per la sorella e la famiglia, Sara Pedri sarebbe stata svilita e umiliata in ambito lavorativo. Emanuela ha raccontato di essere stata lei ad aver consigliato alla sorella di dimettersi dopo aver appurato quanto stesse male. Ha riferito di aver visto Sara l’ultima settimana di febbraio, quando, dopo tre mesi e mezzo di lavoro a Trento era finalmente tornata a casa, a Forlì.

Era molto deperita, irriconoscibile: aveva perso sei chili, il viso si era scarnificato, tremava, non mangiava. Il medico di famiglia le aveva diagnosticato un calo di peso rilevante dovuto a stress da lavoro.

La 31enne aveva lamentato con i familiari di sostenere ritmi massacranti nel reparato dell'ospedale di Santa Chiara e di essere vessata. Per questo, grazie al certificato medico, si era fatta trasferire a Cles dove aveva preso servizio tre giorni prima di sparire.

Trento, arrivo degli ispettori ministeriali

Sono arrivati all'ospedale Santa Chiara di Trento gli ispettori inviati dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Faranno accertamenti sull'alto turn over e sui rapporti tra il personale e il responsabile del reparto.

La scomparsa di Sara Pedri ha scoperchiato una difficile situazione lavorativa e gettato ombre nella gestione dell'unità operativa. Ci sarebbero state pressioni, umiliazioni, mobbing. I sindacati hanno riferito che in due anni ci sono state 11 dimissioni per mobbing e demansionamento.

La Procura di Trento indaga sul caso, anche se al momento, non essendo stato ritrovato il corpo della ginecologa, non ipotizza alcun reato. Intanto, Saverio Tateo, primario del reparto, è rientrato ieri in servizio dopo essere stato messo in ferie con l'avvio del lavoro di una commissione d'indagine interna dell'Azienda sanitaria.