Nel pomeriggio di questo giovedì 26 agosto due separate esplosioni hanno devastato l'aeroporto di Kabul, ormai da giorni affollato da migliaia di persone in fuga dall'Afghanistan. Dopo le prime ricostruzioni si parla di almeno 60 morti e oltre 140 feriti.
Dopo le ore 20 italiane una terza esplosione si è udita in un altro quartiere della città. Secondo i media russi sul posto, essa sarebbe dovuta ad un veicolo talebano entrato in contatto con un ordigno.
La rivendicazione dell'Isis
Poco dopo i due attacchi all'aeroporto, la divisione dell'Isis che opera in Afghanistan, chiamata Isis-Khorasan, ha rivendicato entrambi gli attentati.
Nel primo caso, si è trattato di un kamikaze, mentre la seconda esplosione viene per ora attribuita a un'autobomba.
Come spesso accade, l'attentato non era inatteso. Da giorni l'intelligence britannica e quella statunitense avevano avvertito della possibilità di un progetto di attentato "in fase conclusiva".
Alzare l'attenzione non è stato sufficiente per evitare l'ennesima tragedia in un Paese ormai nel caos. Anche il colloquio tra i leader di Russia e Cina, Vladimir Putin e Xi Jinping, tenutosi negli scorsi giorni con l'obiettivo di un'azione comune per rinforzare le fondamenta dell'Afghanistan, per ora non sembra aver sortito effetti.
Lo scenario
Con il passare delle ore, le prime confuse notizie trovano conferma.
Le immagini e i video diffusi su social network come Twitter dai reporter inviati in Afghanistan mostrano una situazione che chiamare crisi umanitaria è forse ormai limitativo; il racconto di un testimone parla di un "canale color sangue".
Anche il neo regime talebano, dopo aver posto agli arresti domiciliari l'ex presidente e vietato la musica nel paese, ha rilasciato un comunicato, definendo l'accaduto "raccapricciante, ma avvenuto in zone sotto il controllo degli Stati Uniti".
L'Isis Khorasan e la fazione talebana, pur rappresentando entrambe espressioni estreme del radicalismo islamico, sono storicamente nemiche.
Nessuna vittima italiana
Al momento il Pentagono ha confermato la morte di dodici cittadini americani, 11 militari e un medico della Marina. Fortunatamente non si registrano decessi o feriti all'interno del contingente dei nostri connazionali, che opera in una zona della città non interessata da quanto accaduto oggi.
I militari italiani sono comunque molto attivi nelle operazioni di evacuazione, in quella che è stata chiamata operazione Aquila. Operazione che si concluderà - anche se manca l'ufficialità - tra poche ore, venerdì 27 agosto.