Marinella Atzori, 38enne di Sant'Anna Arresi, è la moglie di Angelo Brancasi, il presunto assassino di Alessio Madeddu. “Probabilmente non mi sono ancora resa conto di quello che è accaduto – confessa la donna – mio marito ha rovinato due famiglie. Alessio era un galantuomo, era buono, mi dava quelle attenzioni che mi sono sempre mancate. Se avessi saputo che andava a finire in questa maniera – assicura - non l'avrei mai fatto. Questa cosa mi ha proprio distrutto, ora penso solo ai miei due figli, anche loro sono da proteggere”. La relazione clandestina con la vittima era sulla bocca di tutti: “Lo ammetto – racconta Marinella Atzori – avevo una relazione con Alessio ma da pochissimo tempo.

Una decina di giorni al massimo e non da mesi e mesi come hanno detto. Con Angelo, mio marito, avevamo sempre alti e bassi. Alessio mi dava quelle attenzioni che ormai da anni non ricevevo più”. La moglie del presunto assassino era una dipendente stagionale dell'ittiturismo di Alessio Madeddu, dava una mano in cucina principalmente come lavapiatti. La mattina della tragica scoperta del corpo senza vita del suo datore di lavoro la donna sarebbe andata a lavorare. “Siamo arrivate all'ittiturismo intorno alle nove del mattino – racconta la donna – ero con mia sorella ed è lei che ha visto il corpo di Alessio. Mi ricordo che c'era sangue ovunque – ricorda – e lei mi ha detto di stare ferma e non muovermi.

Pensavo avessero ucciso uno dei cani che vivono nel giardino del ristorante poi invece ho avuto la tragica notizia. Avevano ucciso Alessio”.

La confessione

“Mi ha distrutto la vita. Mia moglie lavora nel suo ristorante e avevano una relazione”. Angelo Brancasi, 43 enne, panettiere incensurato e padre di due figli, è un fiume in piena quando parla di fronte al pubblico ministero Rita Cariello, che si sta occupando dell'assurdo delitto.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Cagliari e dai colleghi della Compagnia di Carbonia il presunto assassino si sarebbe presentato la mattina del 28 ottobre nell'ittiturismo “Sabor 'e mari”, nel porto vecchio di Teulada, dove Alessio Madeddu, la vittima, stava scontando una pena agli arresti domiciliari, proprio nella dependance a due passi dal locale dove lavorava anche la moglie del presunto assassino.

Secondo le prime indiscrezioni sembrerebbe che Brancasi sia andato nel locale con l'intenzione di chiarire la situazione spiacevole che si era creata. Le voci in paese giravano e la relazione tra la moglie e il suo datore di lavoro era ormai sulla bocca di tutti. Il panettiere – secondo gli inquirenti – sarebbe arrivato all'ittiturismo armato di coltello, sicuramente quindi non con buone intenzioni. Poi una volta sceso dall'auto, con una scusa, avrebbe attirato la vittima fuori dalla dependance. Proprio nel vialetto che conduce alla piccola abitazione sarebbe nata una discussione, subito degenerata, poi sfociata appunto nell'omicidio di Alessio Madeddu.

La notte del delitto

Marinella Atzori, moglie del presunto assassino, è stata sentita per diverse ore dagli inquirenti e ha ricostruito quello che sarebbe accaduto quella maledetta notte.

“Angelo non era a casa – racconta la donna – mi aveva detto che non sarebbe rientrato perché doveva lavorare con i colleghi in panificio. Se non ricordo male – spiega – Angelo è rientrato a casa intorno alle sei, ha portato il panino alla nostra bambina poi ha accompagnato nostro figlio a scuola. Sembrava tranquillo, sinceramente non ho notato nulla di strano”. Secondo gli inquirenti però Angelo Brancasi avrebbe mentito. L'uomo infatti nelle ore in cui si sarebbe consumato il delitto in panificio non ci sarebbe mai stato: “Quando i carabinieri mi hanno convocato in caserma – ricorda la donna – mi hanno detto che aveva ucciso Alessio. Ero incredula ed ho subito chiamato i colleghi in panificio che mi hanno confermato che quella sera Angelo non si era visto. In quel momento ho capito che cosa era successo. Sono distrutta non ci posso ancora credere”.