"Volevo salvare Meredith. Io so la verità e anche Amanda Knox la conosce". Così ha parlato Rudy Guede, 34 anni. in un'intervista esclusiva al tabloid britannico "The Sun". Il giovane ivoriano, ribadendo la propria innocenza ed estraneità ai fatti, ha voluto porgere le sue scuse alla famiglia di Meredith Kercher. Rudy, nel 2010, è stato condannato a 16 anni di reclusione per aver ucciso il 1° novembre 2007 la studentessa inglese nel suo appartamento di Perugia, ma nei giorni scorsi è ritornato in libertà.
Nelle scorse ore, intanto, il marito di Amanda, è intervenuto per difendere la moglie: "Tutto per pochi click - ha affermato - Vergogna".
'Volevo salvare Meredith'
Da sabato 20 novembre, Rudy Guede, unico condannato in via definitiva per l'uccisione di Meredith Kercher, può ritenersi un uomo libero. Il magistrato di Sorveglianza di Viterbo, infatti, nei giorni scorsi ha deciso di accogliere l'istanza di liberazione anticipata presentata dai legali del 34enne, già da tempo affidato ai servizi sociali.
Il quotidiano The Sun è tornato, quindi, a occuparsi del caso di Cronaca Nera e, nonostante l'ivoriano, abbia dichiarato tramite il suo avvocato, di voler, semplicemente, essere dimenticato, ha rilasciato un'intervista alla testata britannica.
"La prima cosa che voglio dire - ha esordito il 34enne - è rivolta alla famiglia di Meredith Kercher, su quanto sia dispiaciuto per la loro perdita". Rudy, da quanto si apprende, per questo motivo, ha deciso di scrivere ai genitori della 21enne una lettera. Tuttavia, pare ben consapevole che è ormai troppo tardi per domandare scusa di non aver fatto a sufficienza per salvare la loro figlia. Uno dei fratelli di Meredith, Lyle, recentemente ha commentato la scarcerazione dell'ivoriano. "Sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato, tuttavia il fatto che sia arrivato senza che fossimo avvertiti ci ha colto alla sprovvista".
"Il tribunale - ha dichiarato Rudy - mi ha condannato per complicità nell'omicidio in quanto c'era il mio Dna, però la documentazione processuale dice che lì c'erano anche altre persone e che non sono stato io ad infliggere le ferite fatali".
Il giovane, ammettendo di aver davvero avuto le mani sporche di sangue, ha puntualizzato: "Ho cercato di salvare Meredith, non volevo ucciderla". "I magistrati - ha quindi proseguito Guede - hanno accettato il fatto che ho tentato di salvarla tamponando, con degli asciugamani, le ferite".
Secondo Rudy, Amanda Knox saprebbe la verità su Meredith
Meredith Kercher era arrivata in Italia nel 2007 nell'ambito del progetto Erasmus ed è stata uccisa nell'appartamento di via della Pergola, a Perugia, che divideva con altre ragazze. Pochi giorni dopo il delitto, vennero fermati la coinquilina della giovane studentessa, Amanda Knox e il suo fidanzato dell'epoca Raffaele Sollecito. La coppia, però, è stata assolta nell'ottobre 2011.
Guede, a riguardo, ha puntualizzato: "Voglio dire solamente che lei dovrebbe leggere i documenti. I documenti, come ho già spiegato, affermano che non ho inflitto le ferite ed erano presenti altre persone". "Io conosco la verità - ha sottolineato - e anche Amanda la conosce".
Il marito di Amanda, Christopher Robinson, 39 anni, nelle scorse ore, ha voluto dire la sua sull'intervista. "Dare una piattaforma ed amplificare le bugie di Rudy Guede che ha ucciso senza dubbio Meredith Kercher - ha dichiarato piccato - è crudele non solo per Amanda, ma anche per la famiglia Kercher.