Massimo Melis, il 52enne operatore della Croce verde, sarebbe stato ucciso per gelosia. Luigi Oste (62 anni), il presunto assassino dell'uomo, è stato fermato dalla squadra mobile di Torino lo scorso 5 novembre. Il movente sarebbe stato di tipo sentimentale. Massimo è stato assassinato con un colpo di pistola alla testa. L'uomo è stato trovato senza vita all'interno della sua automobile lo scorso 31 ottobre alla periferia di Torino.

Massimo Melis: ucciso dopo la cena con l'ex

Luigi Oste si sarebbe invaghito di Patrizia, ex fidanzata di Massimo Melis.

Sembra che recentemente frequentasse il bar della donna. Il 62enne avrebbe sperato nell'inizio di un rapporto sentimentale che, tuttavia, non c'è mai stato. Luigi sarebbe stato, infatti, rifiutato. Nonostante ciò il 62enne non si sarebbe arreso. Quando ha visto la donna in compagnia di Massimo Melis, si sarebbe ingelosito. L'operatore della Croce verde aveva infatti ripreso a uscire con la sua ex. La gelosia di Oste sarebbe aumentata nelle ultime settimane. Una rabbia che, secondo gli inquirenti, sarebbe sfociata nella tragica morte di Melis. Gli investigatori hanno ricostruito lo scenario: Oste avrebbe raggiunto l'automobile su cui era salita la vittima dopo aver riaccompagnato a casa l'ex fidanzata.

Il 62enne avrebbe, a quel punto, aperto la portiera sparando in testa a Melis.

L'arma del delitto non è stata ancora trovata

Finora l'arma da fuoco usata per uccidere Massimo Melis non è stata ancora trovata. Con ogni probabilità si tratterebbe di una revolver. Luigi Oste, fermato dagli inquirenti, finora è rimasto in silenzio.

Le indagini sono proseguite tramite l'analisi dei tabulati telefonici, filmati reperiti nell'area in cui è avvenuto il delitto e il contributo dei testimoni che sono stati opportunamente ascoltati. Tutti gli elementi raccolti hanno fatto sì che gli inquirenti ricostruissero l'attuale quadro indiziario che ha avuto come risultato il fermo di Luigi Oste.

Gli accertamenti, tuttavia, andranno avanti nei prossimi giorni al fine di approfondire ulteriormente la vicenda.

Chi è Luigi Oste

Luigi Oste, presunto assassino di Massimo Melis, lavorava presso il locale l'Angelo azzurro. Sembra che Luigi, chiamato confidenzialmente Gino da amici e conoscenti, e Massimo Melis fossero soliti frequentare le stesse strade. È probabile che si conoscessero, almeno di vista. Poco dopo il delitto, la serranda dell'Angelo azzurro è stata abbassata. Su di essa un cartello con la seguente scritta: "Chiuso per restauro". Un signore ha dichiarato: "Abbiamo subito capito che poteva essere uno di noi. Qui la gente vive dentro confini ben precisi. Certo sapere di Gino fa impressione, non ce lo aspettavamo proprio".