Le inchieste sulle false certificazioni non trovano fine. Dopo l'arresto di mercoledì sera a Marina di Ravenna del medico 64enne Mauro Passarini, accusato di aver simulato vaccinazioni anti-covid19 a chi glielo richiedeva, l'indagine è proseguita con il sequestro di decine di Green pass da parte della polizia.

Il dottor Passarini dice di non essere un 'No vax'

Il medico vaccinatore durante l'interrogatorio di garanzia di lunedì mattina ha ammesso di aver assecondato le richieste di chi gli chiedeva false certificazioni e di averlo fatto perché ritiene che questi sieri siano pericolosi e nocivi.

Il dottor Passarini ha precisato che le persone che andavano in ambulatorio da lui (soprattutto provenienti dalla provincia di Belluno, ma anche dalle province di Udine, Rovigo, Torino e Venezia) erano mandate da un guaritore-pranoterapeuta di una città del nord Italia che aveva conosciuto durante dei corsi. Il medico ha anche specificato di non aver mai ricevuto denaro in cambio da queste persone (mentre l'ipotesi degli inquirenti era che avesse percepito 500 euro a finta vaccinazione registrata) ed ha inoltre dichiarato di non essere un no vax in quanto egli stesso si è autovaccinato.

Tra i possessori di Green pass falsi spicca il nome di un infettivologo

Durante l'interrogatorio sono stati mostrati al Passarini i Green pass sequestrati, il quale dopo averli attentamente scrutati ha indicato quali fossero stati ottenuti senza aver ricevuto realmente la dose di vaccino anti-covid19.

Inizialmente i Green pass sequestrati nell'ambito dell'indagine della polizia erano 79 ai quali se ne sono poi aggiunti altri cinque di persone fintamente vaccinate dal 64enne. A rendere il tutto ancora più allarmante il fatto che tra questi nomi ci siano persone legate con il mondo ospedaliero e che hanno a che fare con persone malate e quindi più a rischio di contagio e di eventuali complicazioni.

Fra questi a risaltare è il nome di un medico del reparto Infettivi dell'ospedale di Ravenna. Nell'elenco compaiono anche nomi di due infermieri, di un'ostetrica del Consultorio e di una collega dipendente dell'Ausl Romagna. Questi ultimi si vanno ad aggiungere ai nomi di una psichiatra e di un oculista sempre ravennati che si erano già ritrovati con i Green pass sequestrati.

Passarini per ora resta in cella

Passarini è stato accompagnato in cella ed è in attesa che il Gip Corrado Schiaretti si pronunci a seguito della richiesta dei domiciliari da parte della difesa, in particolare dell'avvocato Carlo Benini il quale ha, per ora, chiuso così la questione "ha spiegato quello che c'era da spiegare" riferendosi al suo assistito. Il medico deve anche rispondere delle 13 fiale di Pfizer trovate dagli inquirenti abbandonate a temperature ambiente (quindi non più utilizzabili) sul lettino del suo secondo studio a Ravenna e che l'indagato ha giustificato con una dimenticanza a seguito di un malore per un problema personale. I nomi coinvolti nell'inchiesta continuano ad aumentare e potrebbero dunque diventare diverse decine.