Giovanni Ala, pensionato di 68 anni di Brandizzo (Torino) ed ex proprietario di un'azienda radio-farmaceutica residente in Piemonte, è morto precipitando dal massiccio del Grand Combin sulle Alpi Pennine occidentali.

L'escursionista, in compagnia di una guida, sarebbe scivolato cadendo nel vuoto per oltre 200 metri. Il medico d'urgenza del Soccorso Alpino, intervenuto sul luogo dell'incidente, non ha potuto far altro che constatare il decesso dell'alpinista.

Il 68enne, socio storico del Cai (Club Alpino Italiano) di Chivasso, era considerato un alpinista esperto.

L’uomo lascia una moglie e una figlia.

L'allarme dell'incidente sulle Alpi Svizzere

L'allarme alla centrale è stato lanciato verso le ore 11 di giovedì 21 luglio. Secondo una prima ricostruzione della dinamica dei fatti la guida, anch'essa di origini italiane, e il 68enne avevano iniziato la scalata all'alba. Il loro scopo era di arrivare, nell'arco della mattinata, presso il Grand Combin de Grafeneire a quota 4314 metri.

Dopo aver raggiunto la cima più alta, i due hanno iniziato la discesa per recarsi a Le Plateau du Couloir. A questo punto del percorso, però, qualcosa è sfuggito al loro controllo: il 68enne è precipitato per circa 240 metri ed è morto praticamente sul colpo.

Il recupero del corpo

Dopo aver ricevuto la richiesta di aiuto gli uomini del Soccorso Alpino si sono recati ad alta quota, dove il medico d'urgenza ha constatato il decesso dell'uomo. A questo punto i tecnici dell'elisoccorso hanno provveduto a prelevare, con l’aiuto del verricello, il corpo senza vita del sessantottenne.

Le cause dell’incidente sono ancora da verificare.

La magistratura ha avviato, in collaborazione con la polizia cantonale elvetica, un'indagine volta ad accertare le dinamiche dell'incidente e a stabilire le eventuali responsabilità dell’accaduto.

Misure di sicurezza sulle Alpi svizzere e il monitoraggio dei geologi sulle montagne

In seguito ai tragici fatti della Marmolada di inizio luglio, anche sulle Alpi svizzere sono stati avviati degli accertamenti nelle zone montuose.

Il geologo dell'Ufficio foreste e rischi naturali Jörg Häberle ha spiegato che ci sono alcune aree nere che possono causare scivolate mortali. Un altro pericolo rilevato riguarda la presenza di blocchi interi a rischio caduta, che potrebbero travolgere gli alpinisti.

Per tali motivi i geologi hanno deciso di posizionare numerosi sensori allo scopo di monitorare i movimenti della montagna.