La Francia è sotto shock per quanto accaduto a Lola Daviet, la ragazzina di 12 anni che venerdì 14 ottobre è stata torturata, abusata e uccisa a Parigi. I suoi resti sono stati rinchiusi in un contenitore di plastica abbandonato nel cortile del condominio dove viveva nella periferia della capitale. Nelle scorse ore sono emersi i particolari della vicenda raccontati dalla 24enne senzatetto algerina, fermata poche ore dopo la scoperta del corpo della vittima: la donna ha confessato di essere la responsabile del delitto. Portata in carcere, dovrà rispondere di una serie di reati come omicidio, violenza sessuale, atti di tortura e barbarie.

I punti fermi nella dinamica del delitto di Lola

Nonostante il racconto della donna, restano ancora varie zone d’ombra nella ricostruzione del delitto avvenuto a Parigi della 12enne Lola. Le indagini della polizia giudiziaria di Parigi sono partite da alcuni punti fermi, come l’ora in cui la ragazzina è stata ripresa per l’ultima volta dalle telecamere di sorveglianza dell’edificio in cui abitava, nel XIX arrondissement di Parigi. Infatti, alle 15:17 la ragazzina è stata immortalata insieme alla 24enne, che l’avrebbe fermata al ritorno da scuola e invitata a seguirla. Successivamente, alle 16:48 la donna è uscita da sola, portando via con sé due valigie e un baule. Il corpo di Lola è stato ritrovato dopo le 23 all’interno di quel contenitore, con i piedi legati, del nastro adesivo intorno alla testa e due profondi tagli sul collo.

Sulla pianta dei piedi erano stati segnati con dell’inchiostro rosso due numeri, 0 sul piede destro e 1 sul quello sinistro. Chi indaga vuole avere la certezza di cosa sia accaduto alla 12enne in quei 91 minuti, cercando riscontri alla confessione della 24enne.

Il racconto della 24enne che ha confessato di avere ucciso Lola

La principale sospettata avrebbe raccontato la propria versione dei fatti a telecamere spente, nel corso della quarta udienza per la custodia cautelare.

La donna ha confessato di aver portato Lola nell’appartamento in cui vive sua sorella, che a volte la ospitava. Avrebbe chiesto alla ragazzina di fare una doccia: a questo punto avrebbe abusato di lei. Poi ha aggiunto di aver “messo le mani sul viso” della piccola: forse la 12enne è stata soffocata in quegli istanti. Infatti l’autopsia ha confermato il decesso per asfissia.

Subito dopo aver ucciso Lola, la 24enne avrebbe bevuto un caffè e ascoltato della musica; successivamente sarebbe tornata ad accanirsi sul corpo della vittima, colpendo ripetutamente il collo con un paio di forbici, fin quasi a staccarle la testa. Durante la deposizione la donna sarebbe rimasta del tutto insensibile, anche davanti alle foto dei resti martoriati della ragazzina. Agli agenti sconcertati per la sua impassibilità avrebbe spiegato di essere stata abusata in passato e di avere perfino assistito alla morte dei genitori.

Il movente del delitto di Lola

Col passare delle ore sembra essere sempre più chiaro che un delitto così efferato sia stato portato a termine per futili motivi. Infatti il movente sarebbe da ricercarsi in un banale litigio che la sospettata avrebbe avuto con la madre di Lola.

A confessarlo sarebbe stata la stessa 24enne: nonostante fosse spesso ospite della sorella nello stesso edificio dove la 12enne viveva con la famiglia, non avrebbe ricevuto dalla madre della ragazzina, che lavora insieme al marito come portinaia dello stabile, il pass indispensabile per accedere al palazzo. Tuttavia gli inquirenti cercano delle conferme a questa pista, che non è stata ancora confermata. Infine si è saputo che la donna arrestata non ha precedenti penali, mentre ha subito molestie domestiche nel 2018. Infine si è saputo che le era scaduto il permesso di soggiorno per studenti rilasciatole nel 2016. Era irregolare sul territorio francese, tanto che lo scorso 21 agosto era stata fermata e invitata a lasciare il Paese entro 30 giorni.