Un uomo di 40 anni poche ore fa si è gettato nel vuoto da un viadotto in Calabria, nella città di Catanzaro. Da quanto sarebbe emerso sul caso di cronaca nera, così come riportato dalla Gazzetta del Sud, il giovane era in compagnia del padre, quando per cause in corso di accertamento sarebbe sceso dall'auto in cui si trovava e si sarebbe gettato dal ponte. Sul luogo i sanitari del 118, i vigili del fuoco e le forze dell'ordine per tutti i rilievi. I sanitari non hanno potuto fare nulla se non constatarne l'avvenuto decesso.

Calabria, 40enne muore lanciandosi da un viadotto a Catanzaro

Intorno alle ore 21:00 di ieri 20 febbraio un giovane di 40 anni, di cui al momento sono state rese note solo le iniziali del nome, S.C., si è gettato nel vuoto da un viadotto nei pressi della città di Catanzaro, precisamente dal viadotto della Tangenziale ovest. Dalle ultime ricostruzioni effettuate dagli inquirenti sembrerebbe che il giovane stesse facendo un giro in macchina insieme al padre quando, forse a causa di una lite, ha abbandonato il veicolo e si è gettato improvvisamente nel vuoto, compiendo un volo di diversi metri prima di schiantarsi al suolo.

Sul luogo si è quindi reso necessario il tempestivo intervento dei vigili del fuoco che hanno lavorato per diverse ore insieme alla Speleoalpinofluviale (Saf) per individuarne il corpo e consegnarlo al personale sanitario.

I sanitari del 118 hanno tentato di rianimarlo ma ormai era troppo tardi.

Una volta recuperato, il cadavere è stato consegnato alla Polizia ed è stato trasportato presso l'obitorio del Policlinico universitario di località Germaneto a disposizione dell'autorità giudiziaria. Da quanto sarebbe emerso il giovane pare soffrisse di disturbi psichici ed era stato in cura in una clinica specializzata per questo tipo di malattie.

L’uomo 19 anni fa aveva ucciso la madre

Quasi 20 anni fa, esattamente Il 2 novembre 2004, all’età di 21 anni, S.C. aveva ucciso la madre con 50 coltellate dopo una violenta lite avvenuta nella residenza di Sellia Marina in cui i due erano soliti trascorrere le vacanze. Un mese prima era stato ricoverato in una clinica psichiatrica, in attesa di essere trasferito in una struttura in Piemonte. Fu assolto dal Tribunale in quanto ritenuto incapace d’intendere al momento del delitto e ne fu disposto l'internamento in ospedale psichiatrico giudiziario per la durata di 10 anni.