"Non m’aspettavo tutto questo clamore. E non mi piace che la gente parli d’atti eroici", sono queste le parole di Nana Malashkia, dipendente statale di 44 anni che nei giorni scorsi è divenuta il simbolo delle proteste a Tbilisi, in Georgia, contro la legge anti-agenti stranieri.

Promosso dal partito di maggioranza, Sogno Georgiano, il nuovo disegno di legge avrebbe obbligato le organizzazioni non statali, come i mezzi di informazione e le Ong, che ricevono più del 20% dei propri finanziamenti dall'estero a registrarsi presso il ministero della Giustizia come “agenti stranieri”, concedendo così alle autorità il diritto di monitorare ogni loro movimento.

In un'intervista concessa al Corriere della Sera, la donna considerata simbolo della protesta dopo aver sventolato la bandiera dell'Unione Europea davanti agli idranti delle forze dell'ordine che respingevano i manifestanti.

La bandiera blu stellata come vessillo di forza: 'L'Europa è il nostro scudo'

Nana è stata dipinta dai media come il simbolo dei i partecipanti alla manifestazione, che tra martedì e mercoledì ha scosso la piazza del Parlamento di Tbilisi. Il governo è stato costretto a far intervenire le forze speciale per contenere le migliaia di persone che, in maniera pacifica, si sono riunite per protestare contro una legge definita pro-Russia e percepita come un passo indietro verso l'adesione della Georgia all'Unione Europea.

Nel 2012 una legge simile è entrata in vigore in Russia, aumentando il potere di Vladimir Putin e dello stato nei confronti dei media non conformati, subendo un inevitabile effetto di censura.

"È successo tutto un po’ per caso. Avevo finito il mio turno di servizio. Stavo andando in ospedale con mio marito, per una visita, e intanto scrollavo le notizie sui social. Ho capito che le cose si mettevano al peggio. E che non potevo non andarci. n questa situazione, abbiamo il dovere di non finire come gli ucraini e il diritto di chiedere più Europa. Quella sera, gli altri mi hanno fatto scudo contro gli idranti. Ma il nostro scudo è l’UE. Non possiamo difendere da soli la nostra indipendenza", prosegue così Nana Malashkia.

Dapprima i lacrimogeni, poi le intimidazioni via altoparlante, poi gli idranti. Così la polizia georgiana ha cercato di disperdere i manifestanti, che hanno resistito per diverse ore. Le immagini di Nana con la bandiera dell'Unione Europea in mano hanno fatto il giro del mondo: la donna ha continuato a sventolarla in maniera decisa nonostante le forti scariche d'acqua, in un primo momento da sola e poi sostenuta da una, due, tre e poi decine di persone.

Obiettivo raggiunto per i manifestanti: il partito di governo georgiano ritira il disegno di legge

Inizialmente la votazione per la legge sopracitata era prevista per la prossima settimana nelle camere del Parlamento georgiano. Gli episodi verificatisi in settimana però hanno spinto il governo ad agire immediatamente.

Venerdì 10 marzo il partito Sogno Georgiano ha annunciato il ritiro della proposta di legge anti-agenti governativi.

Soddisfazione è arrivata quindi negli ambienti liberali ed europeisti, come sottolinea nella sua intervista Nana: "Per proteggere la nostra identità, abbiamo bisogno di voi europei".