Nel giro di 24 ore quattro persone sono decedute in quattro incidenti in montagna in diverse zone d’Italia. Due donne sono morte in Veneto: la prima di questo drammatico elenco è una settantenne che è caduta in una scarpata sul monte Carega, nei pressi del rifugio Revolto, a Giazza, una frazione del comune di Selva di Progno, in provincia di Verona. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti la vittima sarebbe scivolata improvvisamente, mentre era vicino alla propria automobile, precipitando fino a raggiungere il tornante sottostante della strada.

Alcuni testimoni hanno dato l’allarme verso le 16, ma quando il personale sanitario del Suem 118 è giunto sul posto insieme ai carabinieri non c’era più nulla da fare: la donna era già morta per i gravi traumi riportati nella caduta.

Una cinquantenne è deceduta mentre camminava lungo un sentiero di montagna a Cortina d’Ampezzo

Un secondo incidente in montagna è avvenuto sempre in Veneto, dove un’altra donna di 50 anni è morta durante un’escursione lungo il sentiero delle Cascate di Fanes, a Cortina d’Ampezzo, in provincia di Belluno. Anche in questo caso sono state fatali le ferite riportate dalla vittima dopo una caduta: la cinquantenne era impegnata in una passeggiata con altre persone quando, arrivata all’altezza di una serie di serpentine nei pressi di un dirupo, avrebbe messo male un piede, scivolando di lato e iniziando a cadere tra le rocce per una cinquantina di metri, fino a raggiungere un corso d’acqua sottostante.

Immediatamente sono stati attivati un elicottero del Suem 118 proveniente da Pieve di Cadore e gli uomini del Soccorso alpino della Guardia di finanza, ma la donna non ce l’ha fatta a sopravvivere .

L’incidente in montagna sul Gran Sasso dove ha perso la vita un alpinista romano

Il terzo grave episodio di cronaca nera in montagna della giornata è avvenuto sul Corno Piccolo del Gran Sasso, in Abruzzo: un alpinista romano, impegnato con un compagno nella scalata in cordata della Via Mirka, è precipitato nel vuoto per ragioni ancora da chiarire ed ha perso la vita.

L’uomo, dopo il volo, è rimasto incastrato in una nicchia situata nella parete sottostante, tanto che inizialmente chi era con lui ha creduto che stesse bene. Comunque il secondo di cordata ha immediatamente chiesto aiuto, facendo scattare il protocollo per i soccorsi in montagna. Un elicottero del Soccorso alpino e speleologico è giunto sul posto per recuperare l’alpinista rimasto illeso e tentare di salvare la vita all’altro, che però era deceduto nella caduta.

In Trentino un uomo non è più ritornato a casa dopo un’escursione: trovato privo di vita

L’ultimo caso di cronaca è avvenuto in Trentino: per diverse ore i soccorritori hanno ricercato un 62enne in Val di Jon, a San Lorenzo in Banale, dopo che l’uomo, partito il giorno prima per un’escursione, non era più ritornato a casa sua a Bleggio. Aveva lasciato poco prima delle nove di mattina di venerdì 7 luglio il Ristoro Dolomiti di Brenta, in località Baesa, per un giro ad anello che, dopo aver toccato diverse tappe, lo avrebbe dovuto riportare al punto di partenza, in cui era arrivato con la propria automobile. I vicini di casa, non avendolo visto rincasare, hanno avvisato i parenti, che erano stati informati dal 62enne dell’escursione in programma.

Quando, nella mattinata di sabato, i suoi conoscenti si sono recati in cerca di notizie al Ristoro Dolomiti e hanno visto la vettura parcheggiata hanno subito lanciato l’allarme. Sono così partite le ricerche, che hanno coinvolto una quarantina di soccorritori: attraverso un elicottero, dotato di un sistema capace di captare i segnali dei telefoni cellulari accesi, nel pomeriggio è stato rinvenuto il corpo dell’uomo, deceduto da ore. Secondo quanto ricostruito, dopo essersi perso, l’escursionista sarebbe scivolato lungo un prato molto ripido, finendo poi per cadere da un dislivello di 30 metri, caratterizzato dalla presenza di numerose rocce, sulle quali si sarebbe schiantato, perdendo la vita sul colpo.