La spedizione delle scorse settimane sul K2 di Kristin Harila, che grazie a questa impresa è divenuta la prima scalatrice a raggiungere tutte le 14 vette sopra gli 8.000 metri in tre mesi e 1 giorno, ha provocato molte polemiche, che sono esplose nelle scorse ore quando sarebbe arrivata l'accusa di due alpinisti austriaci Wilhelm Steindl e Philip Flämig.

L'accusa dei due alpinisti riguarda il fatto che la cordata che stava procedendo verso la vetta non si sarebbe fermata per soccorrere congiuntamente uno sherpa che era in fin di vita e senza ossigeno, che poi è morto sul sentiero per la vetta.

Secondo le accuse riportate anche dal The Guardian, gli scalatori avrebbero continuato la salita per raggiungere il record di tempo per la scalata del K2 ignorando del tutto il giovane portatore alla sua prima esperienza su un 8.000. Il ragazzo seppur inesperto è stato obbligato ad accettare un lavoro così pericoloso e difficile per poter pagare le cure ai familiari, anche per questo è stata aperta una raccolta fondi da alcuni alpinisti solidali.

La ricostruzione della vicenda sul K2

Durante la scalata al K2 la cordata guidata da Kristin Harila e lo sherpa nepalese Tenjen di 35 anni, nella giornata del 27 luglio scorso stava procedendo spedita quando lo sherpa Mohammed Hassan, mentre sistemava delle corde fisse, sarebbe scivolato in uno strapiombo a circa 8.200 metri di altezza, cadendo nella neve fresca e rimanendo bloccato.

A quel punto, secondo quanto ricostruito da due scalatori austriaci presenti, Wilhelm Steindl e Philip Flämig, la cordata avrebbe "scavalcato il corpo e continuato la sua scalata verso la vetta, lasciando solo alcune persone a provare a soccorrere lo sherpa, che purtroppo non è riuscito a sopravvivere all'incidente".

Le smentite da parte dell'equipe

Secondo quanto poi riportato dalla stessa Harila in riferimento alle presunte accuse di mancato soccorso, la cordata avrebbe invece lasciato sul posto almeno due soccorritori, considerando la situazione molto pericolosa ed il punto in cui era caduta la persona molto a rischio di crollo perchè sotto un seracco poco stabile.

Le accuse che sono arrivate alla cordata guidata da Harila sono state sottolineate anche da alcune frasi degli scalatori austriaci, che esprimono come "questa situazione non sarebbe mai accaduta se l'uomo fosse stato occidentale, e che in quel frangente si sarebbero considerati uomini di serie a e di serie b".

Il commento sui social network di Tamara Lunger

La scalatrice Tamara Lunger ha voluto commentare il fatto di cronaca con un lungo post sui suoi social network.

"Può davvero essere che una vita non conti più? Ora ho davvero avuto bisogno di qualche giorno per sistemare i miei pensieri, perché sono rimasta profondamente delusa, triste e mi è quasi venuto da piangere quando ho visto il video."

La scalatrice ha continuato sottolineando che "il mondo celebra questi scalatori, ma sono davvero questi i valori di oggi?".