Nessun condannato per lo schianto aereo avvenuto il 19 agosto 2014 ad Ascoli. In occasione di quel caso di cronaca due tornado dell'Aeronautica militare si scontrarono in volo poco ad ovest del capoluogo piceno, forse per un errore di manovra. Morirono tutti e quattro i piloti dei due jet: i capitani Mariangela Valentini, Alessandro Dotto, Giuseppe Palminteri e Paolo Piero Franzese.

Gli imputati assolti perché il fatto non sussiste

Nel processo in corso erano due gli imputati: Bruno Di Tora, 47 anni di Caserta, comandante del 154° Gruppo e Fabio Saccottelli, 43 anni di Verbania.

I due avieri erano in servizio presso la base Nato di Ghedi (Brescia), da cui i tornando erano partiti per un'esercitazione, ed in ruoli diversi avevano la responsabilità della pianificazione della missione. Su di loro pendevano le accuse di omicidio colposo e disastro aviatorio colposo,

Il giudice del Tribunale di Ascoli Piceno li ha assolti entrambi perché "il fatto non sussiste". Il Pm Umberto Monti aveva chiesto una condanna a 12 mesi (pena sospesa) per Saccottelli e l'assoluzione per Di Tora.

Non è stata loro la responsabilità della collisione del 2014, in cui persero la vita quattro piloti, alcuni dei quali molto esperti.

I resti degli aerei caduti a terra causarono un vasto incendio

Il 19 agosto di nove anni fa, dopo lo schianto i resti degli aerei in frantumi caddero su una vasta area collinare impervia e boscosa nei comuni di Roccafluvione e Venarotta, poco ad ovest del capoluogo piceno, causando un incendio di vaste proporzioni che solo dopo molti giorni venne domato da vigili del fuoco.

Solo per una caso fortunato le parti distrutte dei tornado non piombarono sulle case dei due paesi dell'ascolano, vicinissimi al luogo dello scontro, provocando effetti potenzialmente molto più devastanti.

Per recuperare i centinaia di pezzi dispersi sul terreno, militari dell'Aeronautica e dell'Esercito impiegarono mesi interi ed un ampia zona collinare divenne off limits per qualsiasi tipo di persona.