L'Everest, con i suoi imponenti 8.848 metri, rappresenta la sfida per eccellenza per gli scalatori di tutto il mondo; recentemente, ha visto un nuovo record stabilito al campo base. Zara, una bambina della Repubblica Ceca di soli quattro anni, ha infranto il record diventando la più giovane alpinista a toccare quota 5.364 metri, ma la sua impresa ha portato con se uno strascico di polemiche social.

L'impresa della bambina di 4 anni al campo base dell'Everest

L'impresa di Zara è stata accompagnata da un'attenzione mediatica internazionale, ma non tutti hanno applaudito a questa eccezionale conquista; la sua storia solleva interrogativi sulla responsabilità genitoriale e sulla giustificazione di esporre i bambini e le bambine a sfide così estreme.

L'enfasi con la quale i media hanno riportato la notizia solleva legittime preoccupazioni sulla sicurezza e sulla moralità di spingere una bambina così piccola a compiere un viaggio lungo e pericoloso in alta quota.

Una delle principali domande che emerge è se Zara abbia davvero avuto la capacità di decidere di intraprendere un tale viaggio: a quattro anni, la maggior parte dei bambini non ha la consapevolezza necessaria per comprendere appieno le implicazioni e le sfide di una simile avventura. La scelta dell'itinerario e della meta sembra più legata alle decisioni dei genitori che alla volontà della bambina stessa.

Le preoccupazioni crescono ulteriormente quando si considera la preparazione atletica precoce di Zara: il padre sottolinea la sua abitudine a fare bagni nell'acqua ghiacciata e gli allenamenti di 5-10 chilometri dopo la scuola.

Tale regime di allenamento sembra fuori luogo per una bambina così giovane, sollevando dubbi sulla necessità di esporre un corpo così fragile a tali estremi.

Le imprese sui social network

Il racconto del padre, pur elogiando l'impresa di Zara, lascia alcune domande senza risposta. Non conosciamo la reazione della bambina di fronte alle difficoltà del trekking: ha pianto, ha manifestato segni di stanchezza o ha fatto i capricci?

La mancanza di questi dettagli solleva ulteriori dubbi sulla veridicità della narrazione e sulla rappresentazione dell'impresa come un trionfo senza ombre.

La decisione di pubblicare queste imprese sui social media, attraverso il profilo del fratello maggiore, aggiunge un ulteriore strato di complessità. Il fratello, a soli sette anni, ha compiuto la stessa impresa, ma è rimasto invisibile alle cronache. Questo solleva domande sulla motivazione della famiglia nel promuovere queste imprese e se ciò sia un modo appropriato di gestire le esperienze dei propri figli.